ROMA – Arriva come un fulmine a ciel sereno, nella tarda serata di ieri, il comunicato di Hamas che riaccende le tensioni in Medio Oriente. Il prossimo scambio tra ostaggi israeliani e prigionieri palestinesi previsto per sabato 15 febbraio, è stato rinviato da Hamas a tempo indeterminato. Provvedimento preso, spiega il gruppo palestinese, perchè “Israele continua a violare la tregua”. Immediata la reazione dello Stato ebraico, che ha denunciato una “violazione della tregua”. Intanto l’Idf ha ricevuto ordini di “essere pronto a ogni scenario”.
Trump: “Se gli ostaggi non saranno liberati entro sabato, scoppierà l’inferno”
Durissime le minacce del presidente americano Donald Trump: “Se gli ostaggi non verranno liberati come da programma, scoppierà l’inferno”. E ancora: ”Pronti a cancellare la tregua, se Israele sarà d’accordo”. Il tycoon ha lanciato un monito anche a Egitto e Giordania, minacciando di tagliare gli aiuti ai due paesi arabi qualora i gazawi sfollati non venissero accolti nelle loro terre. L’Egitto ha rifiutato però qualsiasi compromesso che violerebbe i diritti dei palestinesi che vivono a Gaza.
Intanto, è previsto per la giornata di oggi, 11 febbraio, a Washington l’incontro tra Trump e il re giordano Abdullah II. Il re sarà il primo leader arabo a incontrare il neoeletto presidente americano. Si discuterà sulla gestione degli sfollati palestinesi.
Antònio Guterres: “Hamas proceda con la liberazione degli ostaggi”
Anche Antònio Guterres, Segretario generale delle Nazioni Unite, si è espresso sulla tregua a rischio, chiedendo di procedere con la prevista liberazione degli ostaggi in modo da allontanare le possibilità di una ripresa delle ostilità. Guterres ha chiesto che siano però entrambe le parti a rispettare gli impegni presi nell’accordo di cessate il fuoco.
Parole a cui fanno eco quelle del portavoce di Hamas, Sami Abu Zuhri, che si è rivolto così al presidente degli Stati Uniti: “L’accordo deve essere rispettato da entrambe le parti, e questo è l’unico modo per restituire i prigionieri. Il linguaggio delle minacce è inutile e complica solamente le cose”.
Morto in prigionia a Gaza un israeliano
Nel frattempo, il kibbutz israeliano di Kissufim ha annunciato la morte nella Striscia di Gaza di uno dei suoi residenti. Si tratta di Shlomo Mansour, 86 anni, preso in ostaggio nell’attacco del 7 ottobre in Israele e da allora trattenuto prigioniero da Hamas. Non è stata ancora chiarita invece la natura del suo decesso. Il presidente israeliano Benjamin Netanyahu ha espresso personalmente il proprio cordoglio per la scomparsa di Mansour, definito un “costruttore del Paese e fondatore del kibbutz di Kissufim”.