ROMA – Dopo l’elezione di Cesare Parodi come nuovo presidente dell’Associazione nazionale magistrati (Anm), si apre uno spiraglio nello scontro tra governo e magistratura. Parodi, pur avendo confermato lo sciopero delle toghe del 27 febbraio, ha infatti subito chiesto un incontro a Palazzo Chigi. Richiesta prontamente accettata dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. “Lo considero un segnale sicuramente positivo – ha detto la premier – credo che il dialogo sia la cosa migliore”. Più scettici gli azzurri, con il capogruppo di Forza Italia al Senato Maurizio Gasparri che ha parlato di un “pessimo esordio del magistrato”.
Nessun passo indietro delle toghe
“Cercherò di pacificare, ma non arretriamo”. Subito dopo l’elezione, il neo presidente ha messo in chiaro che “non rinuncerà a nessuna strada per la difesa della magistratura”. Nonostante auspichi alla ripresa di un aperto dialogo con il governo sui temi riguardanti la giustizia, resta confermato lo sciopero indetto il 27 febbraio. Così come resta ben saldo il no alla Riforma Nordio e la separazione delle carriere. Sarà questo il punto chiave del colloquio a Palazzo Chigi, che pur non avendo ancora una data precisa, sarà l’occasione per spiegare con ancora più chiarezza la visione della magistratura.
Il caso Lo Voi
Nel corso di un’intervista sul quotidiano Repubblica, ha sottolineato che l’Anm resterà al fianco del collega Francesco Lo Voi, il procuratore di Roma accusato dai Servizi segreti italiani (Dis) di aver diffuso documenti riservati su Gaetano Caputi, capo di Gabinetto della premier Giorgia Meloni. L’interlocuzione con il governo potrebbe infatti essere resa difficile dai ripetuti attacchi della maggioranza al capo dell’ufficio inquirente capitolino, che ha iscritto nel registro degli indagati per il caso Almasri i nomi della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dei ministri Matteo Piantedosi e Carlo Nordio e del sottosegretario Alfredo Mantovano.