ROMA – ”Una nuova Strategia nazionale per la lotta all’antisemitismo” è stata annunciata dal primo ministro italiano Giorgia Meloni in viaggio in Medio Oriente. “Un documento articolato e di scenario”, si legge nel comunicato rilasciato in occasione del Giorno della Memoria, “che fissa obiettivi e azioni concrete per contrastare un fenomeno abietto che non ha diritto di cittadinanza nelle nostre società”. Perché “l’antisemitismo”, continua la nota, “non è stato sconfitto con l’abbattimento dei cancelli di Auschwitz”.
“Un piano nazista con la complicità fascista”
Era giovedì e nevicava quando il 27 gennaio 1945 i soldati dell’Armata rossa liberarono i prigionieri del campo di concentramento. “Un piano, quello condotto dal regime hitleriano”, uno dei passaggi principali del messaggio della premier Meloni, “che in Italia trovò la complicità di quello fascista, attraverso l’infamia delle leggi razziali e il coinvolgimento nei rastrellamenti e nelle deportazioni”. A distanza di 80 anni, nel Giorno della Memoria, quello stesso luogo in Polonia fa da palcoscenico alla cerimonia che vede uniti i capi di stato di diversi paesi.
Insieme, “perché il mondo non vuole dimenticare”. Tra loro anche Sergio Mattarella, Presidente della repubblica italiana. Con lui, tra gli altri, re Carlo, primo sovrano britannico in visita ad Auschwitz, il presidente francese Emmanuel Macron, il primo ministro canadese Justin Trudeau e il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Papa Francesco, da Roma, ha ricordato che “l’orrore dello sterminio di persone ebree e di altre fedi non può essere dimenticato e negato”.
A nessun politico sarà permesso di parlare. Lo faranno soltanto due tra i 50 sopravvissuti giunti da tutto il mondo per portare la loro testimonianza. “Vogliamo focalizzare l’attenzione sugli ultimi sopravvissuti”, ha detto al Guardian il direttore del memoriale Auschwitz-Birkenau Piotr Cywinski, “sulle loro storie, il loro trauma e il loro modo di lasciarci un diffiicle obbligo morale verso il nostro presente”.