WASHINGTON – Donald Trump si è reso conto che non bastano 24 ore per fermare la guerra in Ucraina, come aveva promesso durante la campagna elettorale. Il presidente ha quindi spostato il termine a 100 giorni per trovare una soluzione del conflitto.
Il Cremlino risponde sulle sanzioni: “Niente di nuovo”
Il Cremlino ha replicato a Trump in merito alle minacce di nuove sanzioni e dazi: “Nulla di nuovo”. Il portavoce Dmitry Peskov ha sottolineato che già durante il suo primo mandato Trump “è stato il presidente che più spesso ha fatto ricorso a metodi sanzionatori. Questi metodi gli piacciono, o almeno gli sono piaciuti durante la sua prima presidenza”, ha aggiunto il portavoce citato dall’agenzia Interfax.
La Russia rimane comunque pronta a “un dialogo paritario e reciprocamente rispettoso” con gli Usa, come quello che “ha avuto luogo durante il primo mandato di Trump”. Peskov ha dichiarato che la Russia “aspetta segnali, che ancora non sono stati ricevuti”, secondo quanto riporta l’agenzia Ria Novosti.
Nei piani di Trump per risolvere la crisi ucraina ci sarebbe il congelamento del fronte. Per riprendersi il Kursk la Russia dovrebbe dare indietro qualcosa agli ucraini. Probabilmente Zaporizhzhya, dove è presente la centrale nucleare, che rappresenta un grande pericolo per la sicurezza, in quanto minata e dunque instabile. La zona è stata colpita da un raid russo nella notte del 23 gennaio: il bilancio dell’attacco è di due morti e 24 feriti, secondo quanto riporta Ukrinform.
Zelensky: “Disposto a colloqui se Trump fornirà garanzie”
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha riferito all’agenzia Bloomberg che potrebbe tenere colloqui con il presidente russo Vladimir Putin se Donald Trump fornirà all’Ucraina garanzie di sicurezza. La dichiarazione è stata rilanciata dalla Tass.
Zelensky ha chiesto che almeno 200.000 uomini vengano dispiegati per garantire la sicurezza dell’Ucraina. Ma “non senza gli Stati Uniti”, ha dichiarato in un’intervista a Bloomberg, a Davos. Nel caso Putin rifiutasse di avere i militari dell’Alleanza vicino ai propri confini e Trump si opponesse all’invio di soldati americani, gli europei dovrebbero farsi carico di questa missione senza il cappello Nato. Dunque l’ipotesi accettabile per tutti potrebbe essere l’Onu.
Le dichiarazioni di Trump
Il tycoon non ha usato giri di parole per esprimere la sua posizione sulla guerra in Ucraina. Dopo aver dichiarato che se non verrà siglato un accordo tra le parti non avrà “altra scelta se non imporre più tasse, dazi e sanzioni su tutto quello che viene venduto dalla Russia negli Stati Uniti”, ha aperto al dialogo. “Non cerco di fare male alla Russia, mi piace il popolo russo e ho sempre avuto una relazione molto buona con il presidente Putin. Non dobbiamo dimenticarci che la Russia ci ha aiutato durante la Seconda guerra mondiale”.
Poi si è rivolto direttamente a Putin: “Patteggia ora e metti fine a questa ridicola guerra, che non sarebbe mai iniziata se fossi stato presidente. Lo possiamo fare in modo semplice o in modo difficile. È il momento di fare un accordo, non dovrebbero essere perse altre vite”, ha concluso Trump.
“The Donald” inoltre ha minacciato misure drastiche anche contro l’Iran, la Corea del Nord e la Cina, che finanzia l’economia di guerra putiniana.