ROMA – Non sono trascorse neanche 72 ore dal suo arresto ma Njeem Osama Elmasry Habish, numero uno della polizia giudiziaria libica, è già tornato a Tripoli. Sabato 18 gennaio la Corte Penale internazionale aveva emesso un mandato di cattura nei confronti dell’uomo, conosciuto anche come Almasri, per i reati di crimini contro l’umanità e crimini di guerra commessi nella prigione di Mitiga dal 15 febbraio 2011 puniti con la pena massima dell’ergastolo. Il giorno seguente, domenica 19 gennaio, Almasri è stato arrestato a Torino. Tuttavia, nessuno sapeva che il poliziotto è in cella fino a lunedì 21 gennaio.
Così il procuratore generale di Roma chiede ai giudici della Corte d’appello di Roma di non convalidare l’arresto. Dunque, la sua scarcerazione è stata dovuta a quello che viene definito come un “errore procedurale”, ovvero la mancata comunicazione preliminare dell’arresto al ministero della Giustizia. Il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, aveva già ordinato l’espulsione per le persone che erano con il carnefice di Mitiga non inseguiti da alcun mandato e Almasri ha avuto la stessa sorte, tornando a casa, a Tripoli. Poco prima della scarcerazione dell’uomo, Nordio aveva fatto sapere che stava valutando l’invio degli atti alla procura generale di Roma.
La vicenda ha suscitato subito le forti reazioni dell’opposizione di governo che adesso chiedono chiarimenti e risposte al Ministro della Giustizia, Carlo Nordio. Su X Matteo Renzi chiede “Cosa c’è sotto?” mentre il segretario di +Europa, Riccardo Magi afferma “È gravissimo che il comandante libico sia stato rilasciato e mandato a casa”. Interviene anche la segretaria del pd Elly Schlein che chiede immediatamente di sapere le motivazioni della scarcerazione di Almasri. Su quanto accaduto in Italia si è espresso anche Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, dichiarando che è scandaloso rimandare a casa qualcuno ricercato dalla corte dell’Aia.