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HomeEsteri “Sullo ius soli Trump viola la Costituzione”, l’intervista alla storica Baritono

“Sullo ius soli Trump
viola la Costituzione”
Baritono a Lumsanews

La professoressa sui nuovi decreti

“In linea con la campagna elettorale”

di Alessio Garzina21 Gennaio 2025
21 Gennaio 2025

La professoressa Raffaella Baritono

ROMA – “Le prime azioni di Donald Trump mostrano chiaramente il suo intento di consolidare la base elettorale, facendo leva su temi come l’immigrazione, la sicurezza e la revisione delle politiche progressiste”. Raffaella Baritono, storica e direttrice del Centro dipartimentale di studi sugli Stati Uniti, commenta a Lumsanews il significato dei provvedimenti firmati dal presidente americano appena insediato. 

Cosa ci dice il discorso di insediamento di Trump e i primi provvedimenti che ha firmato?

“Il discorso di Trump è in linea con la sua campagna elettorale. Si tratta di un discorso più da leader di parte che da presidente che si rivolge all’intera nazione, come invece richiederebbe la liturgia istituzionale. Un esempio è lo sgarbo di non aver ringraziato Joe Biden, come solitamente si fa. Questo è molto indicativo del suo approccio: un discorso che non cerca il consenso generale, ma che si rivolge esclusivamente alla sua base elettorale.

Sul piano dei contenuti, Trump è stato molto chiaro su alcune priorità, in particolare il tema dell’immigrazione e l’uso dei poteri di emergenza per il controllo delle frontiere. Questo è un punto chiave per lui, poiché consente di rafforzare le pattuglie di sorveglianza e accelerare i processi di espulsione. Per quanto riguarda la sua agenda economica è stato meno preciso, anche se ha lasciato intendere che ci saranno interventi mirati per affrontare il costo della vita”.

Quali implicazioni avrà la decisione di porre fine al diritto di cittadinanza per nascita, lo ius soli?

“La situazione è molto complessa. Trump può dare indicazioni alle agenzie federali per ostacolare il riconoscimento della cittadinanza ai figli di immigrati irregolari nati sul suolo americano, ma questa decisione si scontra con il 14° emendamento della Costituzione, introdotto nel 1868. Modificare questa norma richiederebbe non solo un notevole sforzo legislativo, ma anche di affrontare le inevitabili ripercussioni legali. Qualsiasi azione in questo senso verrebbe interpretata come una violazione costituzionale”.

E la proclamazione di un’emergenza nazionale al confine con il Messico?

“L’utilizzo dei poteri di emergenza da parte del presidente ha molte implicazioni. Consente di destinare risorse a operazioni come il rafforzamento delle pattuglie di frontiera e l’implementazione di politiche di espulsione. Trump ha dichiarato di voler utilizzare anche le forze armate per questioni di controllo del territorio. Questo inquadra l’immigrazione come una minaccia esterna, collegandola non solo alla gestione dei confini, ma anche alla lotta contro il traffico di droga e i cartelli, che il presidente considera organizzazioni terroristiche”.

Quali effetti potrebbe avere la revoca delle leggi legate ai diritti delle persone transgender e alle politiche di inclusività?

“Anche qui bisogna fare una distinzione. Gli ordini esecutivi firmati da Trump non sono leggi, ma strumenti con cui il presidente può indirizzare l’azione delle agenzie federali. Questo significa che possono avere un impatto diretto su alcuni ambiti, come le politiche di assunzione del governo federale o i finanziamenti destinati a istituzioni educative come scuole e college. Tuttavia, il sistema federale americano è complesso, e molte competenze sono a livello statale. Per esempio, l’istruzione è una materia prevalentemente statale, quindi l’efficacia di questi ordini esecutivi potrebbe essere limitata.

La questione legata ai diritti delle persone Lgbtq+ rientra in un più ampio attacco conservatore contro la cosiddetta agenda Dea (diversity, equity, inclusion). Questo è un punto chiave per l’agenda conservatrice, con implicazioni non solo sul piano delle politiche del lavoro, ma anche in ambito educativo. Ma  anche in questo caso il governo federale può agire solo entro i limiti dei finanziamenti o delle competenze che gli spettano”.

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