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HomeEsteri “Con Trump un’Europa più divisa”, l’intervista a Gianluca Pastori di Ispi

“Europa più divisa
e disimpegno americano”
con il ritorno di Trump

L’analista Ispi Pastori a Lumsanews

“Italia in una posizione favorevole”

di Antonio Fera20 Gennaio 2025
20 Gennaio 2025

Gianluca Pastori

Donald Trump torna alla Casa Bianca forte di una schiacciante vittoria elettorale. Dopo oltre due mesi dalla sua rielezione, è lecito chiedersi quale sarà l’impatto sull’Europa e sull’Italia delle sue scelte in politica estera. Gianluca Pastori, professore associato di storia delle relazioni politiche tra il Nord America e l’Europa all’Università Cattolica di Milano e analista dell’Ispi, spiega a Lumsanews quali sono le principali sfide di politica estera che la nuova amministrazione Usa ha davanti a sé.

Trump è sicuro di riuscire a risolvere le grandi crisi internazionali, dall’Ucraina al Medio Oriente. Ce la farà?

“È molto difficile che ce la faccia. Gli Stati Uniti hanno una capacità considerevole di esercitare pressione sui loro interlocutori, a patto però che questi siano sensibili alle pressioni statunitensi. Pensiamo ad esempio al caso ucraino. La fine dell’assistenza militare potrebbe spingere Zelensky al tavolo delle trattative con Putin, ma questo non significa che Trump sia in grado di costringere Kiev ad accettare una soluzione del tutto penalizzante in termini negoziali”.

Trump favorirà un “disimpegno americano” dai tradizionali accordi di difesa, come la Nato, anche a scapito della sicurezza europea?

“Se con ‘disimpegno americano’ intendiamo un’uscita degli Usa dalla Nato, mi sembra estremamente improbabile. Se parliamo di una riduzione delle truppe e una minor collaborazione con gli alleati, questo è già più plausibile. Per quanto riguarda la sicurezza europea, è bene ricordare che, rispetto al 2016, i partiti euroscettici si sono rafforzati e in alcuni casi sono arrivati al governo. Mentre la Commissione europea sembra molto più debole di quanto non sia stata anche soltanto cinque anni fa. Temo che un’Europa così divisa subirà molto l’iniziativa di Trump”.

Prima la visita lampo a Mar-a-Lago, ora la partecipazione all’Inauguration Day. Il feeling politico tra Trump e Meloni riscrive la storia delle relazioni tra Italia e Usa?

“L’Italia in questo momento si trova in una posizione favorevole. Non tanto per un’eventuale vicinanza tra Trump e Meloni, quanto per il fatto che gli altri possibili interlocutori europei, come Francia e Germania, stanno attraversando un periodo di debolezza più grave rispetto a quello dell’Italia. Ma in Europa ci sono anche altri Paesi che possono aspirare al ruolo di ‘cinghia di trasmissione’ degli interessi americani. Penso alla Polonia, il cui governo nelle ultime settimane si è mostrato molto vicino a Trump sul tema dei fondi per la difesa. E poi c’è da chiedersi quanto Trump sia davvero interessato a interfacciarsi con l’Europa nel suo insieme, o quanto piuttosto non voglia lavorare con i singoli Paesi europei. Uno di questi potrebbe essere l’Italia, ma sarebbe solo uno tra gli altri”.

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