TEL AVIV – Neanche il tempo di festeggiare la tregua a Gaza che l’accordo è già in bilico. Dopo l’annuncio di ieri emergono alcune fragilità che rischiano di compromettere la pace.
Slitta la riunione del governo d’Israele per il voto sull’accordo
Così l’ufficio del primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu: “Hamas ha rinnegato parti dell’accordo raggiunto con i mediatori e Israele nel tentativo di estorcere concessioni dell’ultimo minuto. Il gabinetto israeliano non si riunirà finché i mediatori non comunicheranno a Israele che Hamas ha accettato tutti gli elementi dell’accordo”. La riunione del gabinetto israeliano era inizialmente fissata per le 11 ora locale, le 10 in Italia.
Pronta la replica delle famiglie degli ostaggi del Forum Haim, che hanno affermato: “Né Hamas né Ben Gvir, ma Benyamin Netanyahu, sarà responsabile di qualsiasi ulteriore ostacolo al ritorno degli ostaggi”. Secondo le famiglie, inoltre, “l’accordo deve essere avviato immediatamente in tutte le sue fasi”.
Un membro dell’ufficio politico di Hamas, Izzat al-Rashak, ha però smentito l’annuncio dell’ufficio del primo ministro israeliano: “Hamas è impegnata a rispettare l’accordo”.
Netanyahu fa infuriare l’ultradestra
Anche all’interno della propria coalizione Netanyahu è impegnato in un gioco di equilibrismo. La destra messianica e radicale si oppone alla tregua. L’unica linea ammessa è quella dell’intransigenza. Il primo ministro della Sicurezza nazionale Ben Gvir ha fatto sapere che rassegnerà le dimissioni se l’accordo sarà approvato. Il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich considera la tregua come una pessima notizia per la nazione, ma non sembra intenzionato a lasciare la coalizione.
73 morti a Gaza dopo l’annuncio della tregua
Intanto dal campo di battaglia la Protezione Civile di Gaza rende noto che 73 persone sono rimaste uccise negli attacchi israeliani a Gaza successivi all’annuncio dell’accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas.