SAN FRANCISCO – “Pura finzione”. È stata commentata così da un portavoce di TikTok la notizia secondo la quale le autorità cinesi starebbero valutando la cessione delle operazioni americane di TikTok a Elon Musk, nel caso in cui l’app dovesse essere bandita negli Stati Uniti entro la fine della settimana. A far circolare le indiscrezioni sul social network è stato il colosso multinazionale dei mass media con sede a New York, Bloomberg, indicando che alti funzionari cinesi avrebbero iniziato a discutere piani d’emergenza per TikTok nel contesto delle tensioni con l’amministrazione americana e del conseguente ban.
E, in effetti, gli scenari non sono affatto positivi dato che i giudici della Corte Suprema americana hanno segnalato nell’udienza sulle argomentazioni del 10 gennaio scorso che è probabile che decidano di rispettare l’attuale legge che introdurrebbe il divieto di utilizzo della piattaforma. Il riferimento è al provvedimento federale firmato dal presidente Joe Biden il 24 aprile dell’anno scorso, che imporrebbe alla casa madre ByteDance, società basata a Pechino, di vendere la propria app di video brevi a una società non cinese o di affrontare un divieto negli Stati Uniti a partire dal 19 gennaio. Nella stessa udienza, ultimo passaggio prima del verdetto finale, i giudici avevano ascoltato in aula le argomentazioni della difesa: “Una vendita è impossibile” avevano dichiarato i legali di TikTok, con la società del Dragone impegnata a far annullare la legge, bollata come incostituzionale.
Un potenziale accordo di alto profilo con uno degli alleati più stretti di Trump ha un certo fascino per il governo cinese, che ha voce in capitolo sulla vendita finale dell’app: il patron di Tesla ha speso più di 250 milioni di dollari a sostegno della rielezione del tycoon ed è stato scelto per un ruolo di primo piano nel migliorare l’efficienza del governo dopo l’insediamento del repubblicano. È innegabile però che i funzionari cinesi preferirebbero che TikTok rimanga di proprietà di ByteDance.
Con oltre 170 milioni di utenti negli Stati Uniti, la piattaforma potrebbe rafforzare gli sforzi di X per attrarre inserzionisti. Inoltre, Musk, che ad aprile ha affermato la sua contrarietà al bando dell’app cinese negli Usa, ha anche fondato una società di intelligenza artificiale separata, xAI, che potrebbe trarre vantaggio dalle enormi quantità di dati generate da TikTok.