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HomePolitica Ddl Nordio, Anm all’attacco per l’anno giudiziario. Delmastro: “Processo alle intenzioni”

Riforma della Giustizia
magistrati in protesta
"Ci stiamo mobilitando"

Sotto accusa la separazione carriere

Delmastro: "Un processo alle intenzioni"

di Sofia Silveri14 Gennaio 2025
14 Gennaio 2025
protesta magistrati

Toga durante la prima udienza del nuovo filone sul crollo del Ponte Morandi | Foto Ansa

ROMA – Una serie di iniziative per bloccare la riforma della Giustizia in discussione alla Camera. È questa la tattica dell’Associazione nazionale magistrati che ha annunciato mobilitazioni contro la separazione delle carriere in magistratura. Nell’aria anche una possibile mobilitazione, con il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia che minaccia: “Lo sciopero contro la riforma non è escluso”.

Una prima azione simbolica è poi prevista nelle cerimonie di apertura dell’anno giudiziario a fine gennaio. Proprio negli stessi giorni in cui dovrebbe partire la prima votazione a Montecitorio sul nuovo disegno di legge. “Se ci sarà il via libera al ddl Nordio – spiega Santalucia – ci muoveremo per spiegare le nostre ragioni di contrarietà. La riforma non solo è inutile, ma dannosa e rompe un equilibrio costituzionale che ha garantito la democrazia per decenni”.

A parlare anche il viceministro della Giustizia Andrea Delmastro, che in un’intervista a La Stampa ha definito il dibattito “un processo alle intenzioni”. “Pensavo si fosse estinto con l’Unione Sovietica, ma forse mi sbagliavo”, ha aggiunto. Non mancano le critiche dirette al presidente dell’Anm. Secondo Delmastro, quello di Santalucia è “un discorso capzioso e specioso” perché non prende in considerazione il fatto che la categoria in questo modo “ne uscirebbe rafforzata”.

Il comitato direttivo del sindacato delle toghe deciderà le modalità delle iniziative in un incontro previsto per sabato 18 gennaio. A fine mese, inoltre, l’Anm terrà le elezioni per rinnovare i propri vertici.

Santalucia: “Muro alla verità”

I malumori riguardano anche la norma che punta a vietare la pubblicazione del testo esatto delle ordinanze di custodia cautelare. “Si è poco riflettuto sul fatto che è assai pericoloso non sapere cosa avviene nelle indagini preliminari”, avverte Santalucia.

Il presidente prosegue poi parlando di “muri” e “barriere” alla verità, facendo appello anche al caso di Cecilia Sala. “Quello che avevamo saputo è che aveva violato le leggi islamiche. Io credo che sapere il perché sia la principale garanzia che il potere venga esercitato bene”.

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