ROMA – “Non abbiate paura”. Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, cita papa Wojtyla quando commenta in conferenza stampa la decisione del governo di impugnare la legge regionale sul terzo mandato. Il Consiglio dei ministri, infatti, ricorrerà alla Corte costituzionale, come anticipato ieri dalla premier Giorgia Meloni in conferenza stampa alla Camera dei deputati alla platea dei giornalisti presenti.
La norma per cui l’esecutivo chiede la pronuncia della Consulta non è altro che l’acquisizione della legge nazionale – la numero 165 del 2004 – che dispone i principi riguardanti il sistema elettorale da parte delle Regioni e gli eventuali casi di ineleggibilità, alla luce dell’articolo 122 della Costituzione. Secondo De Luca, il limite dei due mandati scatta nel momento dell’acquisizione del provvedimento, avvenuta nel novembre 2023. Un motivo da lui ritenuto sufficiente per potersi ricandidare.
Appare chiaro, dunque, che il presidente campano non ha alcuna intenzione di dimettersi. Anzi, intende correre per il terzo mandato e cita lo scrittore Ignazio Silone: “Andremo avanti come i cristiani assurdi”.
“La mia posizione non è cambiata di una virgola e non cambierà”, ribadisce ancora ai giornalisti. Per poi chiarire come il punto focale della sua decisione non sia la carriera romana, ma “le nostre famiglie, la povera gente e i problemi concreti”. Non mancano, inoltre, le provocazioni al governo che, secondo De Luca, avrebbe paura degli elettori. A chi gli chiede della posizione del Partito democratico risponde: “Come diceva Parmenide l’essere è, il non essere non è”.
La decisione di impugnare la legge sul terzo mandato incontra il dissenso della Lega. Ieri, il ministro per gli Affari regionali leghista Roberto Calderoli ha rimesso al Consiglio dei ministri la decisione presa dagli alleati. Il Carroccio, infatti, non è intenzionato ad alzare un muro su una possibile modifica della legge nazionale sul terzo mandato su cui al momento, però, non c’è intesa. Un atteggiamento che chiama in causa anche il governatore leghista del Veneto, Luca Zaia, che non esclude la possibilità di ricandidarsi per la terza volta alla guida della regione.