ROMA – Milletrecento persone con il braccio teso che urlano “presente!” mentre alzano il braccio per il saluto romano. Milletrecento persone che ieri a Roma hanno commemorato, come ogni anno, le vittime dell’attacco di Acca Larenzia, rivendicato dai Nuclei armati per il contropotere territoriale. Nella strage sono rimasti uccisi tre militanti del Fronte della gioventù: Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni.
In più di mille hanno ricordato i militanti del Msi
Il 7 gennaio di 47 anni fa, davanti alla sede del Movimento sociale italiano in via Acca Larenzia a Roma, due giovani missini sono stati uccisi dal gruppo estremista di sinistra. Un terzo militante è morto nei tumulti dopo l’attentato. Ieri più di mille persone hanno voluto ricordarli con una commemorazione blindata, con le forze dell’ordine che hanno transennato e presidiato l’area. Lì vicino, in via Appia, infatti era in corso una manifestazione antifascista. Tanti i militanti che si sono radunati, provenienti da tutta Italia e non solo: anche neofascisti ungheresi e francesi hanno voluto essere presenti.
Presente anche il vicepresidente della Camera e deputato di Fratelli d’Italia Fabio Rampelli, che ha deposto una corona di fiori. Poco dopo, un abitante della zona ha gridato: “Viva la Costituzione, viva la resistenza”. La polizia lo ha identificato e fatto allontanare. Intanto la Digos cominciato a visionare i filmati dell’evento, per trovare gli autori del saluto romano. Nel 2024 in 31 erano stati indagati per condotte apologetiche del fascismo.
Le polemiche politiche
Come ogni anno i politici si dividono sull’evento commemorativo. L’opposizione, nelle parole di Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli – leader di Sinistra Italiana e Alleanza Verdi e Sinistra – parla di una “zona nera” a dispetto della tanto propagandata “zona rossa”, oltre che dell’inammissibilità di certi gesti. Rampelli ha invece commentato l’evento affermando che “ognuno commemora come crede e preferisce”, ribadendo il bisogno di “guardare avanti e non indietro”. Francesco Rocca, presidente della Regione Lazio, su Facebook si è limitato a dire che ricordare la strage è “un dovere civile”, considerando “vergognosa” la polemica di certa sinistra.