BERGAMO – La speleologa bloccata nella gotta lombarda è salva. Ad annunciarlo gli operatori del Soccorso alpino che, alle ore 3.15 del 18 dicembre, hanno portato fuori dall’Abisso Bueno Fonteno Ottavia Piana.
È notte fonda quando la barella varca l’uscita della grotta. Il sole non è ancora sorto, ma l’assenza di luce quasi è quasi impercettibile agli occhi di chi è rimasto intrappolato a una profondità di oltre 500 metri per quattro giorni.
Rimasta bloccata a 585 metri sotto il livello del suolo da sabato 14 dicembre, la studiosa è stata raggiunta dai tecnici del Soccorso Alpino e Speleologico Veneto (Cnsas). Il complesso reticolo di grotte e cunicoli, canyon e pareti verticali della grotta lombarda hanno reso particolarmente difficoltoso il salvataggio.
Dopo le problematiche iniziali nel trasporto della barella, i soccorritori hanno potuto accelerare nell’ultimo tratto, anche su suggerimento dei sanitari.
Per il suo salvataggio sono state impegnate 159 persone, tra Soccorso alpino e vigili del fuoco. Secondo le prime dichiarazioni, la speleologa avrebbe riportato traumi alle vertebre e alle costole, fratture alle ossa facciali e a un ginocchio. È stata immediatamente trasferita in elicottero all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.
Le condizioni di salute sono più gravi rispetto all’incidente del 2023, ma comunque buone. Al momento la donna è sveglia e presente. Ottavia Piana era rimasta bloccata nella stessa grotta nel luglio del 2023 con la gamba fratturata. Lo scorso anno erano state necessarie 24 ore per raggiungerla e 48 ore per portarla in salvo.
Il salvataggio della trentaduenne bresciana dimostra come il Soccorso alpino sia “tra i più efficaci a livello europeo”. Il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, ha ringraziato “tutti coloro che, a vario titolo e con competenze eccezionali, hanno contribuito a portare in salvo Ottavia”.