ROMA – Lo sciopero generale dei trasporti, indetto dai sindacati di base, prende il via dopo la decisione del Tar Lazio. Tra i disagi nelle grandi città e il rischio di paralisi, si fa largo il timore della comunità ebraica per le rivendicazioni anti-israeliane vicine alla protesta.
Nonostante il tentativo del ministro dei Trasporti Matteo Salvini di precettare con un’ordinanza la durata dello sciopero a quattro ore, il Tar del Lazio ha deciso di appoggiare la linea dell’Unione Sindacale di Base, sottolineando come “non ci siano gli estremi per accogliere la richiesta del leader del Carroccio data la presenza delle fasce di garanzia”. Secondo il tribunale amministrativo, “i richiamati disagi discendenti dallo sciopero appaiono riconducibili all’effetto fisiologico proprio di tale forma di astensione dal lavoro”. Motivo per il quale la mobilitazione non avrà limiti imposti ma durerà 24 ore così come precedentemente annunciato.
Il botta e risposta tra Usb e Salvini
La decisione del tribunale ha alimentato la polemica tra Usb e il vice premier Salvini, che vorrebbe rivedere le norme sullo sciopero con i sindacati. Nel suo intervento alla presentazione del Piano Fs, il leader del Carroccio ha fatto un appello alle maggiori sigle sindacali sottolineando la delegittimazione della protesta causata da un’eccessiva incidenza. La richiesta da parte del ministro è la fine dello scontro e una maggiore cooperazione in vista della revisione della legge 146 del 1990.
Non si è fatta attendere la risposta dell’Usb. Per il sindacato le parole di Salvini non sono altro che “un attacco su una legge che dimostra di non conoscere.” L’associazione dei lavoratori condivide la necessità di mettere mano alla legge 146, ma “in una direzione esattamente contraria a quella che dice Salvini”. A essere necessari per il sindacato sono, piuttosto, i finanziamenti al settore dei trasporti che permetterebbero “di continuare a garantirne il carattere universale”.
Protesta la comunità ebraica
Tra i motivi della protesta anche “il crescente coinvolgimento dell’Italia nei teatri di guerra tanto ad est quanto nel sostegno al genocida governo israeliano”. Una dichiarazione che ha impensierito la comunità ebraica che vede nella mobilitazione un momento per “esprimere un antisemitismo che cova da sempre”. Anche la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Noemi Segni, si è detta preoccupata dalla trasformazione di “un momento di rivendicazione salariale/sindacale in uno spazio prettamente prestato alla strumentalizzazione politica e alla distorsione che semina odio”.
A Torino lo sciopero ha incontrato un corteo non autorizzato pro Palestina e la tensione sale. Davanti al Politecnico del capoluogo piemontese la Polizia ha effettuato una carica a seguito del lancio di uova e sassi da parte dei dimostranti. Un manifestante è sottoposto a fermo. Il corteo studentesco aveva anche tentato di sospingere gli agenti del presidio delle Forze dell’Ordine contro un muro, costringendo i poliziotti a reagire con scudi e manganelli per ripristinare una fascia di rispetto.