KIEV – Un piano d’aiuti da 500 milioni di dollari è stato sbloccato dal presidente americano uscente Joe Biden a favore dell’Ucraina. L’intento è quello di “offrire un altro importante pacchetto di armi ai nostri partner ucraini”, ha detto Biden. Supporto bellico che però non verrà sostenuto dalla prossima amministrazione presidenziale americana. Donald Trump ha infatti già dichiarato di essere contrario “agli attacchi con missili in Russia”. Una strategia che secondo il neo presidente americano starebbe solo intensificando il conflitto.
Il Cremlino ha appoggiato le dichiarazioni di Trump, affermando come la sua posizione contraria al lancio dei missili americani coincida “completamente con quella di Mosca”.
Kiev intanto ha denunciato un massiccio attacco aereo russo alle centrali termiche del Paese. Secondo i rapporti preliminari si tratterebbe di 93 missili e quasi 200 droni. Per il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è “uno dei più grandi attacchi contro il nostro settore energetico”. Il bombardamento è stato confermato anche dal ministro della Difesa russo, Andrej Rėmovič Belousov, che ha giustificato l’attacco come una “risposta all’uso di armi americane a lungo raggio”.
Il fronte occidentale intanto apre il dibattito alla possibilità d’invio di pacekeepers in territorio ucraino in caso di un cessate il fuoco. Principali fautori della proposta Francia e Polonia. Il presidente francese Emmanuel Macron e il premier polacco Donald Tusk ne hanno discusso in un incontro a Varsavia. Il popolare polacco sottolinea che nonostante la discussione sia aperta “per il momento Varsavia non sta pianificando alcuna azione di questo tipo”. Il dibattito vede in Italia l’appoggio del ministro della Difesa, Guido Crosetto, che si dice favorevole a “svolgere questo ruolo, che è un ruolo nel quale l’Italia si è sempre distinta”.
Più cauto invece il ministro degli Esteri Antonio Tajani che ha definito qualsiasi coinvolgimento militare sul terreno come “prematuro”. Concorde sulla cautela anche il cancelliere tedesco Olaf Scholz che ha precisato come la questione pacekeepers sia “il quinto passo prima del secondo”. Sulle possibile presenza di truppe europee in Ucraina si è espresso anche il Cremlino. Il portavoce Dmitri Peskov ha sostenuto che non si debba “andare troppo avanti”.