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DATAGATE: ANCHE ATENE SPIAVA GLI USA. A WASHINGTON DELEGAZIONE TEDESCA

di Marina Bonifacio13 Febbraio 2014
13 Febbraio 2014

nsaLa faccenda Datagate continua a tenere banco. A quanto pare, infatti, adesso le spie non sono solo “a stelle e strisce”. Dopo le rivelazioni dei giorni scorsi sulle presunte operazioni di spionaggio dell’NSA (i servizi segreti americani) nei confronti dei capi di Stato europei,  è di oggi la notizia secondo cui le spie si nasconderebbero anche tra i nostri concittadini europei. A rivelarlo l’ex ministro degli Esteri greco Theodor Pangalos che, parlando alla stazione radio Vima Fm, ha dichiarato: “Negli anni ’90 anche i servizi segreti spiavano gli ambasciatori degli Stati Uniti ad Atene e ad Ankara”.
Dichiarazione, questa di Pangalos (ex socialista) che già fa discutere e che si aggiunge a quanto già svelato nei giorni scorsi dal quotidiano tedesco Der Spiegel a proposito di alcuni documenti resi pubblici da Edward Snowden L’ex consulente dell’Agenzia per la sicurezza Nazionale Usa, additato come “talpa” del cosiddetto Datagate”, avrebbe infatti riferito che l’ambasciata Usa ad Atene altro non era se non “un centro d’ascolto e di intercettazioni”.
Spiati le ambasciate Usa ad Atene e ad Ankara. Sempre secondo Pangalos, il Kyp (servizi segreti greci), era riuscito inoltre a “spiare non solo l’ambasciatore degli Stati Uniti ad Atene, ma anche quello ad Ankara”. Le dichiarazioni hanno ovviamente provocato grande imbarazzo tra i capi del governo greco in quanto, all’epoca dei fatti, a capo del dicastero degli  Esteri non c’era nient’altro di meno che l’attuale presidente della Repubblica, Karalos Papolulias. Naturale quindi la reazione da parte dei piani alti. Pangalos è stato infatti denunciato dall’avvocato Tatsis in quanto, l’aver reso quelle dichiarazioni attraverso il mezzo radiofonico costituirebbe, secondo gli articoli 140 e 141 della Costituzione greca, una palese violazione della segretezza degli affari di Stato. Il legale avrebbe addirittura chiesto anche l’arresto dell’ex parlamentare che, non godendo più della relativa immunità parlamentare, dovrà adesso difendersi dinanzi alle autorità competenti.
Delegazione tedesca a Washington. Nel frattempo, una delegazione di alti funzionari del governo tedesco è oggi attesa a Washington per un colloquio con la controparte americana. Al centro del dibattito lo scandalo tedesco, che avrebbe coinvolto anche il cellulare della cancelliera tedesca.  La delegazione, di cui faranno parte il consigliere di politica estera della Merkel, Christopher Heusgen, e il coordinatore per i servizi segreti, Guenter Heiss, dovrebbe comprendere anche i capi dei servizi segreti. Previsti colloqui con Susan Rice, responsabile per la sicurezza nazionale e Lisa Monaco, consigliera antiterrorismo di Obama. Obiettivo delle autorità tedesche sarebbe arrivare in poco tempo a un accordo bilaterale, in base al quale entrambi gli Stati s’impegnino a non spiare governo, autorità e rappresentanze diplomatiche.  No allo spionaggio incontrollato, insomma, e il tutto ovviamente a tutela sia della riservatezza dei dati personali, sia della sfera privata dei cittadini tedeschi ed europei in generale.
La Cina è preoccupata. Ma mentre tra i due blocchi si cerca di evitare lo scoppio di una probabile guerra “silenziosa”, in Oriente, la Cina si pone al riparo. Dopo le accuse rivolte all’Nsa, le autorità cinesi hanno fatto sapere infatti che rafforzeranno le misure di sicurezza nazionali. “Come molti altri Paesi, anche noi stiamo seguendo con attenzione queste notizie”, ha affermato la portavoce del ministero degli Esteri, Hua Chunying. “La Cina è preoccupata per la situazione” – continua ancora Chunying – e prenderà le misure necessarie per la sicurezza delle proprie comunicazioni”.

Marina Bonifacio

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