ROMA – Molti sportivi negli ultimi anni si sono ritrovati a essere accusati per doping nonostante le tracce di sostanze vietate nel loro sangue fossero infinitesimali. È quindi giusto squalificare o penalizzare qualcuno che, per via accidentale, si ritrova positivo a sostanze dopanti ma in quantità talmente piccole da non influire nelle loro capacità sportive? Dal 2027 non più.
La Wada, l’Agenzia mondiale antidoping, ha approvato un nuovo regolamento che prevederà una tolleranza nei confronti di coloro che non trarranno vantaggi da un’ipotetica positività minima a sostanze non consentite.
A questo punto i fan del tennis di tutto il mondo si trovano di fronte a un interrogativo che riguarda il giocatore numero uno al mondo: può Jannik Sinner essere condannato per un reato che a breve verrà depenalizzato? Il nuovo regolamento entrerà in vigore tra circa due anni ma sicuramente l’avvocato del tennista altoatesino avrà un’arma in più in tribunale.
Tra il 10 e il 18 marzo di quest’anno, Sinner era risultato positivo a tracce minuscole di Clostebol, uno steroide anabolizzante che in grande quantità incrementa la resistenza e limita la fatica. Secondo le ricostruzioni, il campione sarebbe entrato in contatto con la sostanza tramite un massaggio di un suo collaboratore. Lo stesso aveva curato un taglio al mignolo della mano con un medicinale contenente Clostebol e con lo sfregamento sulla pelle ha contaminato Jannik. In seguito il 15 agosto è arrivata l’assoluzione, ma, il 26 settembre, la stessa Wada ha riaperto il caso.
Per la metà di febbraio è prevista la decisione del Tribunale arbitrale dello sport (Tas) sul ricorso della Wada. L’esito è incerto, ma i tifosi di tutto il mondo possono sperare che i giudici tengano in considerazione il nuovo regolamento e non incriminino un campione che fin da subito è emerso privo di ogni colpa o negligenza.