LUCCA – Continua il mistero attorno al virus che sta colpendo la Repubblica Democratica del Congo. Secondo l’ultimo bollettino dell’Organizzazione mondiale della sanità, sono 406 i casi registrati tra il 24 ottobre e il 5 dicembre nella zona di Panzi, Congo orientale. Nel frattempo, partono le indagini dei Nas sul paziente ricoverato a Lucca con gli stessi sintomi del virus africano non ancora diagnosticato.
Un mix di più malattie
L’Oms nel suo ultimo aggiornamento ha sottolineato quanto i sintomi connessi alle morti – febbre, mal di testa, tosse, naso che cola e dolori muscolari – non possano essere ricondotti ad una malattia diagnosticata. “È possibile che più di una malattia stia contribuendo ai casi e ai decessi”, sostengono gli esperti di Ginevra. I 31 decessi, sarebbero infatti causati anche dalla malnutrizione, molto comune nell’area, rurale e remota. L’istituzione dell’Onu ha avvisato che anche alcune malattie come la polmonite acuta, l’influenza e il Covid-19, ma soprattutto la malaria, possono essere annoverate tra le cause dei decessi. In corso test di laboratorio per determinare la causa esatta della malattia segnalata nel paese africano.
I campioni del paziente di Lucca verso l’Iss
Lunedì 9 dicembre i Nuclei Antisofisticazioni e Sanità dell’Arma hanno ritirato i campioni del paziente ricoverato e poi dimesso dall’ospedale San Luca di Lucca. L’uomo presentava sintomi influenzali riconducibili alla malattia che sta colpendo la provincia del Kwango. Ricoverato con febbre e anemia, è stato dimesso dopo la completa guarigione. Il responsabile delle malattie infettive dell’ospedale lucchese ha ribadito che il paziente, di ritorno da un viaggio nella Repubblica Democratica del Congo a 700 chilometri dal focolaio del virus, è stato ricontattato per accertamenti solo per scrupolo. Ora i suoi campioni verranno analizzati dall’Istituto Superiore della Sanità.