TEL AVIV – “Mese dopo mese Israele ha trattato i palestinesi come subumani”. Sono di questo tenore alcune delle testimonianze emerse dal rapporto stilato da Amnesty International per denunciare la crisi umanitaria in corso a Gaza. In particolare, la ong ha accusato Israele di aver “raggiunto la soglia legale per il genocidio contro il popolo palestinese”.
La pubblicazione del documento ha provocato un terremoto nella branca israeliana dell’organizzazione, che si batte da decenni per il rispetto del diritto umanitario internazionale. Tra i primi a dimettersi il presidente di Amnesty International Israele e due esponenti palestinesi del direttivo. A dare conferma delle decisioni è stata la stessa sede locale della ong con un comunicato pubblicato sul Times of Israel.
Tel Aviv: “Rapporto falso e fabbricato ad arte”
Il contenuto del rapporto – che Tel Aviv ha definito “falso e fabbricato ad arte” – ha creato una frattura tra la sezione locale di Amnesty International e la sua rappresentanza centrale. Dal canto suo, Amnesty Israele ha riconosciuto le violazioni dei diritti umani nella Striscia, rigettando però la conclusione del rapporto, secondo cui “un genocidio a Gaza sarebbe stato effettivamente dimostrato”. A detta dei funzionari israeliani della ong, nonostante l’altissimo numero di vittime civili, gli eventi non sono ascrivibili al crimine di genocidio. Di tutt’altro parere le dichiarazioni arrivate dalla sede centrale dell’organizzazione, che ha definito inaccettabile il silenzio imposto ai palestinesi, promettendo indagini sull’accaduto.
Cosa c’è nel rapporto
Il documento stilato da Amnesty International è il frutto di un lavoro lunghissimo, durato mesi. Ciò che emerge è il trattamento “disumano” da parte dei soldati israeliani nei confronti della popolazione civile di Gaza. Secondo Agnes Callamard – segretario generale della ong – dal 7 ottobre almeno tre dei cinque atti vietati dalla Convenzione sul genocidio del 1948 sono stati violati. A rendere ancor più grave la situazione, la mancata chiarezza dei vertici militari e politici israeliani, che “hanno coperto gli intenti di genocidio con lo scudo dell’obiettivo militare”.
Non si fermano i radi israeliani sui civili
Intanto, proseguono i raid israeliani nella Striscia. La protezione civile palestinese ha riferito che nella giornata del 4 dicembre un attacco aereo alle tendopoli allestite nella zona umanitaria di Mawuasi – nel sud dell’enclave – ha provocato almeno 20 morti, tra cui cinque bambini, e decine di feriti.