PARIGI – Il giorno dopo una storica mozione di censura, Michel Barnier ha presentato giovedì 5 dicembre le sue dimissioni al presidente della Repubblica Emmanuel Macron, che in serata parlerà alla nazione dopo essere rientrato dalla visita in Arabia Saudita. Prende dunque il via un periodo politico difficile per la Francia, in vista dell’approvazione della legge di bilancio e previdenza sociale.
La mozione di sfiducia all’Assemblea Nazionale ha fatto il pieno dei voti del Nuovo Fronte Popolare di sinistra, che l’aveva proposta, e del Rassemblement National di estrema destra, a cui si sono uniti gli esponenti dell’ex Républicains Eric Ciotti. L’atto è passato con 331 voti a favore, di molto superiori alla maggioranza necessaria di 289. Macron però non molla e promette di restare in carica fino al 2027, anno delle prossime elezioni presidenziali. Il leader ha poi dichiarato di voler nominare un nuovo primo ministro entro 24 ore dalle dimissioni di Barnier.
Il premier sfiduciato è arrivato stamattina all’Eliseo intorno alle 10 per presentare le sue dimissioni e quelle del suo governo. Dopo un’ora di colloquio con Macron, Barnier ha lasciato la residenza del presidente. La leader di estrema destra Marine Le Pen ha dichiarato che attende “il nome di un primo ministro” già durante il discorso di Macron in programma stasera. Tra i possibili scenari figura proprio la nomina in 24 ore di un premier che replichi la formula appena fallita. La seconda via prevede invece qualche giorno di pausa, per dare tempo all’arco repubblicano di formare un “patto di non sfiducia”. I socialisti vorrebbero essere protagonisti di quest’ultima soluzione e non accetterebbero un presidente del Consiglio che non provenga dal Nuovo Fronte Popolare.