Matrioska con sorpresa. È un’accusa forte quella rivolta al presidente russo da parte della comunità internazionale: durante l’ultimo G20 di San Pietroburgo, in Russia, lo scorso settembre Vladimir Putin avrebbe regalato ai partner internazionali gadget tecnologici come chiavette usb e cavi per la ricarica dei telefonini, possibili strumenti di intrusione per captare clandestinamente dati sensibili di computer, smartphone e cellulari. È quanto riportato da Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera.
Il primo a sospettare qualcosa fu Herman Van Rompuy, presidente del Consiglio Europeo presente al summit dello scorso settembre, che fece analizzare i doni ai servizi segreti non solo belgi ma anche tedeschi. E i sospetti risultarono confermati.
La bomba diplomatica era esplosa proprio nel momento più teso tra Stati Uniti e Federazione Russa. La questione siriana, l’asilo temporaneo concesso da Mosca ad Edward Snowden, l’analista informatico della National Security Agency dalle cui rivelazioni è nato il Datagate, contribuivano ad alzare il livello dello scontro.
Non è dato sapere se gli altri leader del G20 di San Pietroburgo abbiano usato i doni avvelenati di Putin regalandogli a loro volta notizie più o meno interessanti. Per quanto riguarda lo spionaggio dell’Nsa i servizi segreti italiani, assicura Sarzanini citando il direttore del Dis (il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza) Giampiero Massolo, tenderebbero a escludere che membri del governo possano essere stati intercettati.
Per quanto riguarda l’Italia, il presidente del Consiglio Enrico Letta, assicurano, è sempre scortato da un funzionario con valigetta antintrusione e usa cellulari criptati. Ma certo, se la Nsa è riuscita a intercettare Angela Merkel, pare oggettivamente difficile che non sia riuscita a fare lo stesso con Letta.
Dalla Russia con amore: pacchi avvelenati da Mosca per le Cancellerie del mondo
29 Ottobre 201349