Un piano d’azione per sostenere le famiglie e le imprese del territorio locale. È quanto hanno ottenuto dalla Provincia di Roma gli artigiani e i commerciati che ieri hanno preso parte al vertice a Palazzo Valentini. Tra Roma e provincia le persone senza lavoro circa 160mila. Solo nel 2011 il tasso di disoccupazione è arrivato all’8,5%. E pensare che nel 2007 era invece del 5,8.
Il direttore della Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa (Cna), Lorenzo Tagliavanti, si è fatto sentire: «Siamo l’unica capitale europea dove il tasso di disoccupazione è più alto della media nazionale». Chi ne paga le conseguenze sono i giovani. Dal 2010 al 2011 il tasso di disoccupazione giovanile è aumentato di ben 6 punti: dal 30,5% al 36,1%. «Questi dati ci avvicinano alle aree più depresse del Meridione» ha concluso Tagliavanti.
La risposta della Provincia. «C’è un grido di dolore che arriva dalla società e noi non possiamo rimanere silenti» ha dichiarato il Presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti. Che ha poi annunciato un piano per rilanciare la crescita, che tenga ovviamente conto delle prerogative istituzionali assegnate al suo ente, nonché dei vincoli normativi a cui è soggetto. Il piano dovrà favorire la ripresa degli investimenti degli enti locali alleggerendo i vincoli del patto di stabilità, rivedere la politica di concentrazione delle risorse e, soprattutto, snellire l’apparato di governo locale attraverso l’abolizione degli enti intermedi non elettivi. Un progetto ambizioso, ma Zingaretti ci tiene a rimenere con i piedi per terra: «Con l’iniziativa di oggi non abbiamo la presunzione di risolvere questi problemi, ma di dare un atto politico di attenzione dopo i tanti silenzi degli ultimi mesi che hanno visto imprenditori e famiglie disperate».
La disoccupazione giovanile in Lazio. La crisi tocca tutti, ma non tutti allo stesso modo. I giovani, infatti, sono solitamente i più colpiti. A Roma la disoccupazione giovanile è arrivata a toccare punte del 36%. Ma, sebbene sia un dato allarmante, c’è chi sta peggio. In provincia di Viterbo i giovani senza lavoro sono infatti il 43%. Se la passano meglio a Latina, con un “modico” 18%. I dati attestano una forte iniquità degli effetti della recessione nel territorio laziale. Differenze territoriali che riflettono un complesso di fattori diversi, collegati alle differenti strutture dei sistemi economici provinciali. Quello che emerge, nelle varie realtà regionali, è comunque la necessità di aggiornare la dimensione industriale alle condizioni poste dal mercato globale.
Claudio Paudice