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HomePolitica Riforma della Giustizia, Nordio: “Politica subalterna alla magistratura”

La riforma della Giustizia
torna alla ribalta
Nordio: "Tutti d'accordo"

L'intervista del ministro a Il Foglio

Maggioranza unita sul tema

di Giacomo Basile02 Dicembre 2024
02 Dicembre 2024

Il ministro Carlo Nordio durante una seduta parlamentare | Foto Ansa

ROMA – Il governo torna a dare la priorità alla riforma sulla giustizia dopo le difficoltà accumulate su riforma del premierato e autonomia differenziata. L’obiettivo della coalizione di maggioranza sarebbe quello di arrivare all’approvazione del disegno costituzionale entro la fine del prossimo anno, con la possibilità di andare a referendum nel 2026.

Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha parlato della questione in un’intervista rilasciata a Il Foglio, facendo un’analisi dei motivi storici e politici dietro la decisione del centrodestra di riportare la giustizia al centro del dibattito parlamentare. L’esponente di Fratelli d’Italia ha spiegato che non ci sono stati colloqui formali sulla questione con la presidente del Consiglio e che “le cose sono maturate da sole”. Secondo il ministro, lo scandalo di Tangentopoli ha portato ad un graduale indebolimento dell’autorità politica a favore della magistratura, motivo principale dell’importanza della riforma per il centrodestra. Altro motivo della scelta, in un momento di particolare divisione del governo, è che Il disegno di legge costituzionale “trova tutti assolutamente concordi”.

La priorità della riforma rimane la separazione delle carriere e secondo il guardasigilli, data la normalità della pratica nei sistemi accusatori anglosassoni, “non rappresenta un attentato alla libertà e all’indipendenza dei magistrati”. Al centro del disegno di legge ci sarà infatti la figura del Pubblico Ministero, considerato dalla coalizione di governo come un “super poliziotto” slegato dalle responsabilità politiche. Nordio ha poi criticato l’autonomia dei pm che “possono imbastire indagini lunghe, costose, dolorose e clonate, senza nemmeno avere una notizia criminis degna di questo nome”.

Rispetto al rapporto con il presidente della Repubblica Mattarella, che nel suo discorso di insediamento ha messo al centro la giustizia, il ministro esprime cautela dichiarando di aver sempre ascoltato il suo parere di “fine giurista”. Sulla questione il guardasigilli ha espresso la speranza che Mattarella comprenda che l’intenzione della riforma non vuole essere punitiva nei confronti dell’ordine giudiziario, ma serve a delimitare più nettamente la separazione dei poteri e a “rialzare il prestigio della magistratura”.

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