MILANO – Emergono nuovi interrogativi nel caso di Ramy Elgaml, il 19enne egiziano morto in scooter durante un inseguimento con i Carabinieri nella notte tra sabato e domenica scorsi. Due testimoni anonimi sono intervenuti nella puntata del 1 dicembre de “Le Iene” – il programma di attualità in onda in prima serata su Italia 1 – raccontando di aver visto l’incidente costato la vita al ragazzo. “Abbiamo visto tutto, i carabinieri li hanno presi da dietro. Ho cominciato a fare tantissimi video. Un video mi è stato cancellato da un carabiniere. Poi ho fatto tanti altri video e mi sono stati cancellati da altri due carabinieri”, sostengono.
Le testimonianze raccolte
Secondo la testimonianza dei due presunti testimoni oculari, il veicolo sul quale si trovava il ragazzo non sarebbe scivolato, ma sarebbe stato urtato dall’auto delle forze dell’ordine. A parlare ai microfoni de “Le Iene” sono stati anche alcuni amici della vittima che, in riferimento all’eliminazione dei video, si sono interrogati sul perché del possibile occultamento delle prove. Secondo i ragazzi poi, “i mezzi per sistemare le strade” sarebbero arrivati “prima dei mezzi di soccorso”. Anche Nada, fidanzata di Ramy, si è espressa sulla vicenda, sostenendo – così come tanti amici del ragazzo – in maniera categorica che il giovane non fosse un rapinatore. “Lavorava dalle 6 del mattino alle 6 del pomeriggio” ha detto la ragazza, aggiungendo che “Ramy si sentiva italiano”.
La fiaccolata per Ramy
Sabato 30 novembre, nel quartiere Corvetto del capoluogo lombardo hanno sfilato in centinaia in memoria di Ramy. Tra fumogeni rossi e blu, ad emergere è stata una grande fotografia del ragazzo esposta da alcuni suoi amici. Ad apparire è stato anche uno striscione a firma del centro sociale Lambretta con una richiesta ben specifica: ”Verità per Ramy e Fares”. Il corteo, partito da Piazzale Gabrio Rosa, è stato – come richiesto da alcuni amici – un corteo silenzioso, in nome del ricordo e del rispetto per il ragazzo.