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«Italia, primi segni di ripresa». Forum di Lumsanews con il Direttore Generale della Banca d’Italia, Salvatore Rossi

di Marcello Gelardini25 Ottobre 2013
25 Ottobre 2013

Rossi per webLa crisi italiana, gli equilibri internazionali e le prospettive per il futuro. Ma anche il difficile periodo per le imprese di casa nostra, fino alle curiosità sulla propria attività istituzionale. Questi i temi al centro del Forum (video) che i praticanti di Lumsanews hanno tenuto, in esclusiva, con il Direttore Generale della Banca d’Italia, Salvatore Rossi. Durante l’incontro a Palazzo Koch, i quattro partecipanti (Alessia Argentieri, Lorenzo Caroselli, Alessandra D’Acunto e Marcello Gelardini) hanno avuto l’occasione di rivolgere al numero due di Bankitalia domande, dubbi e curiosità sulla nostra economia.

A che punto è la crisi? Si è parlato, come naturale, del delicato momento che i conti italiani stanno attraversando. Si rincorrono voci contrastanti sullo stato della crisi, tra chi è ottimista e vede vicina la fine del tunnel recessivo e chi, al contrario, predica calma. Ma Rossi non ha dubbi: «Alcuni segnali di ripresa iniziano ad avvertirsi, sarebbe un peccato non coglierli».
Altro tema caldo, la politica comunitaria: il trionfo di Angela Merkel in Germania prolungherà, molto probabilmente, la stagione del rigore fiscale e dell’austerità per i Paesi dell’Unione europea. «La Germania ha dimostrato che si possono tenere i conti in ordine ma continuare a crescere. Prima di criticare e mostrare timore – a detta del Direttore – sarebbe forse meglio prendere esempio».
L’Italia in vendita. Crescita che, invece, l’Italia non è ancora in grado di garantire; come non citare i casi Telecom e Alitalia, presto in mani straniere. Qualcuno parla di “Italia in vendita” ma il problema, per Rossi, è alla radice: «Il nostro Paese ha grandi risorse, lo dimostra la sua capacità di attrarre i capitali esteri. Sono piuttosto le imprese italiane che non riescono ad internazionalizzarsi. Lamentarsi solamente serve a poco». In questo senso un buon esercizio potrebbe essere quello di guardare ai sistemi produttivi dei grandi Paesi, Stati Uniti su tutti, per imparare «come rendere anche la nostra economia e le nostre imprese più dinamiche».
La Banca d’Italia. Un cenno va, poi, alla sua esperienza tra i dieci saggi per le riforme, nominati da Napolitano la scorsa primavera: «Una bella avventura sia dal punto di vista professionale che umano», la definisce; senza dimenticare che «buona parte delle proposte fatte sono state riprese da Letta nel programma di governo». Passando per un giudizio complessivo sulla Banca d’Italia, serbatoio storico per le grandi istituzioni (gli ex governatori Mario Draghi, ora a capo della Bce, e  Fabrizio Saccomanni, attuale ministro dell’Economia, sono lì a dimostrarlo) e fucina di grandi professionalità: persone «serie, preparate ma soprattutto allergiche a qualsiasi condizionamento politico».
Una visione dell’Italia, quella di Rossi, più che ottimistica. Basterebbe una confidenza: «La mia liquidazione l’ho investita in titoli di Stato italiani. Ho una fondamentale fiducia nella solidità di fondo del Paese». Se lo dice lui, come non crederci.

Marcello Gelardini

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