Un link del sito Linkiesta sbarca su Corriere.it e la bagarre è servita tra il cdr di via Solferino e il direttore Ferruccio De Bortoli. La spiegazione è più semplice di quanto si possa pensare e non si tratta di certo di remare contro il sito: più semplicemente Rcs pubblicità è diventata concessionaria del sito Linkiesta ed è dunque interesse del gruppo aumentare il traffico e la notorietà del brand. La prima iniziativa commerciale è stata la più immediata: una collaborazione con il sito Corriere.it che prevede per un mese, ogni martedì e giovedì, sulla home page del giornale un box del sito Linkiesta.
Se il traffico di questo sito aumenterà, Rcs pubblicità raccoglierà più soldi facendo felici tutti all’interno del gruppo. Certo è che niente è stato fatto per caso: Rcs pubblicità, infatti, è diventata concessionaria di un sito il cui socio di riferimento è Guido Roberto Vitale, ex presidente Rcs Media Group e un altro socio è l’avvocato Fabio Coppola, genero di Giovanni Bazoni, presidente di Intesa Sanpaolo e socio forte di Rcs media group. Con questo quadro niente sembra essere lasciato al caso ma l’operazione non è comunque piaciuta al comitato di redazione che ha scatenato le proprie ire contro De Bortoli dando vita a una serie di epistole al vetriolo.
Il 18 ottobre il sindacato interno dei giornalisti del Corsera ha scritto a De Bortoli una lettera con la quale chiedeva spiegazioni sul box dell’Linkiesta: “Caro direttore, abbiamo visto con stupore che il nostro sito online ospita addirittura un link a un altro sito. Ci sembra una iniziativa incomprensibile, specie in un momento in cui stiamo discutendo, con tutte le difficoltà che conosci, su come rendere più redditizio il nostro di sito. Ti chiediamo, dunque, di interrompere quest’operazione che ha disorientato la redazione e che per altro è stata assunta senza neanche informare il Cdr, come invece è previsto dal Contratto. In caso contrario non riusciamo proprio a capire di che cosa dovremmo continuare a discutere”. Pronta la risposta di De Bortoli ai colleghi tre giorni dopo: “La presenza di un box del sito Linkiesta è un’iniziativa di marketing, e come tale collocata nella terza colonna del nostro sito riservata a questo tipo di iniziative. E’ prevista per un mese con due uscite settimanali. Al termine di questo periodo sarà fatta una valutazione del risultato. Non si tratta di un’iniziativa editoriale del Corriere (e per questo motivo non comportava comunicazione all’organismo sindacale da parte della direzione) e non ha alcun rapporto con il confronto in atto sul piano editoriale e organizzativo della nostra testata”. Il direttore, come è chiaro, omette di dire che la raccolta pubblicitaria dell’Linkiesta è appannaggio di Rcs e dunque non può essere di certo considerato un concorrente. Non tarda ad arrivare la riposta del Cdr: “Ribadiamo tutte le nostre perplessità. Il caso pone un serio problema di rapporti tra marketing e contenuti giornalistici, anche sul sito. Riteniamo comunque il precedente preoccupante: così come è stato collocato il link de Linkiesta, tra qualche tempo a qualcuno potrebbe venire in mente di collocare un link, per esempio, con La Stampa”. Impossibile? Non proprio, considerando che la voce che il gruppo potrebbe diventare concessionaria pubblicitaria del giornale torinese, aleggia già da un po’. Non è escluso, quindi, che tra quale tempo un link a La Stampa possa apparire sulla home page del Corsera. È il marketing bellezza, e tu non puoi farci nulla.
Federica Macagnone