BUCAREST – La Romania si sveglia meno europeista dopo la pubblicazione dei risultati del primo turno delle elezioni presidenziali. Lo spoglio del 99% delle schede consegna inaspettatamente il podio al candidato filorusso Calin Georgescu. Il premier europeista e socialdemocratico Marcel Ciolacu, considerato il favorito, retrocede invece al terzo posto.
Georgescu ha ottenuto circa il 23% dei voti e andrà al ballottaggio contro Elena Lasconi, esponente del partito liberale di centrodestra Unione Salva Romania (Usr), che ha preso il 19,2%. Ciò che emerge dai risultati è la vittoria dei candidati di destra che hanno conquistato le prime due posizioni e che si scontreranno nel ballottaggio previsto per l’otto dicembre. Sorprende anche il 13,9% dei voti di George Simion, l’altro candidato di estrema destra. A poca distanza dal podio il leader del partito Alleanza per l’unità dei romeni, che si posiziona al quarto posto, nonostante le previsioni dei sondaggi che lo davano in forte ascesa.
Georgescu è un candidato indipendente ma vicino alle correnti di estrema destra. Poco conosciuto sulla scena politica fino al giorno della sua candidatura, si distingue prevalentemente per le sue posizioni antisemite e pulsioni anti-occidentali. Ha lavorato come professore universitario e ricoperto diversi incarichi nel ministero dell’Ambiente e nel ministero degli Affari esteri rumeno. Ha assunto anche il ruolo di Direttore esecutivo dell’Istituto per i progetti di innovazione e sviluppo.
Diversi articoli dei media hanno criticato Georgescu per le sue dichiarazioni apertamente filo-russe. Ed è stato persino additato come rappresentante degli interessi russi in Romania. Georgescu inoltre non si è sottratto neanche da critiche dirette all’Unione europea e alla Nato. Ha affermato infatti che l’installazione dello scudo di difesa missilistica balistica del blocco a Deveselu è una “vergogna della diplomazia”.
I risultati delle presidenziali potrebbero essere particolarmente significativi per la tenuta degli equilibri politici internazionali. La Romania, membro della Nato e dell’Unione europea dal 2007, ha mantenuto una posizione stabile, con una linea filo-occidentale e un approccio volto a consolidare i rapporti con Ue e Nato.
La vittoria di Georgescu potrebbe rafforzare l’avanzata dell’estrema destra in Europa, caldeggiata dal presidente russo Vladimir Putin. Con i leader filo-russi Viktor Orbán in Ungheria e Jarosław Kaczyński in Polonia potrebbe infatti condizionare le disposizioni dell’Ue nei confronti del conflitto russo-ucraino.