MOSCA – Per il Cremlino non ci sono dubbi: gli Usa hanno compreso il messaggio di Vladimir Putin dopo il lancio del missile balistico ipersonico Oreshnik. Questo è quanto riferito dal portavoce Dmitry Peskov che ha comunque sottolineato l’apertura di Putin al dialogo “per entrare in una traiettoria di pace”.
L’avvertimento di Putin: “la guerra è globale”
Una disponibilità che pare in contrasto con l’avvertimento di ieri del capo del Cremlino, il quale in un discorso televisivo rivolto alla nazione ha dichiarato che “con i missili sulla Russia il conflitto è mondiale. Non escludiamo di colpire i Paesi che hanno fornito le armi a Kiev”. Il monito lanciato dal capo del Cremlino fa parte di un discorso serale rivolto alle Forze Armate che sembra però essere una risposta alla decisione di Stati Uniti e Gran Bretagna di consentire a Kiev l’uso di missili sul territorio russo.
Prosegue l’escalation
Intanto proseguono i bombardamenti russi sull’Ucraina. Nella notte si sono registrati due raid aerei nella regione di Sumy che hanno provocato due morti, mentre Mosca ha denunciato la presenza di almeno 23 droni ucraini nei cieli del territorio russo.
Il richiamo di Pechino
All’indomani dell’attacco missilistico balistico russo all’Ucraina, Pechino invita tutte le parti alla “calma” e alla “moderazione”. Il portavoce del ministro degli Esteri cinese Lin Jian ha infatti spiegato che la de-escalation del conflitto e il dialogo sono le priorità del momento, insieme alla necessità di “creare le condizioni di un cessate il fuoco da attuare il prima possibile”.
L’accusa della Corea del Sud
Da Seul invece arriva l’accusa a Mosca: la Russia avrebbe fornito aiuto economico e missili antiaerei alla Corea del Nord in cambio di truppe di Pyongyang a supporto della guerra contro l’Ucraina. Questo è quanto ha riferito il principale Consigliere per la sicurezza della Corea del Sud a un’emittente televisiva del Paese.
L’appello della Santa Sede
Il segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin ha lanciato un appello nel corso della presentazione di un libro presso l’Università Lumsa di Roma: “Fermiamoci tutti perché questa escalation non si sa dove porterà”. Parole che, come sottolineato, si fanno portavoce del pensiero del Papa.