ENNA – Sono passati sedici giorni dalla morte di Larimar Annaloro, la 15enne trovata impiccata dalla madre nel giardino di casa. L’ipotesi iniziale di suicidio è ancora incerta. I risultati dell’autopsia hanno aumentato l’alone di mistero sulla modalità della morte della giovane. Le condizioni in cui la ragazza si sarebbe tolta la vita sono infatti “anomale”, così come stabilito dall’autopsia. Il corpo riportava dei segni di corde in corrispondenza dei piedi e del busto, mentre le mani erano slegate. È stata la mamma della vittima a sciogliere i cappi per liberarla. A destare ulteriori sospetti le suole delle scarpe pulite, nonostante la vittima sia stata ritrovata in un giardino terroso. E l’osso cervicale non rotto, condizione che stride con la morte per impiccagione.
Elementi che confermano la tesi della famiglia di Larimar, che non ha mai creduto che sia stata lei a uccidersi. “Non si è ammazzata. Era troppo intelligente. E non si sarebbe mai fatta trovare in quel modo dai miei che amava” dichiara la sorella. Il padre “impossibile che mia figlia si sia uccisa. Era brava a scuola, brava nello sport, molto socievole, molto solare. Era di sani principi, sempre piena di vita”.
Il caso è ancora aperto: i pm continuano a indagare per istigazione al suicidio. Nei giorni scorsi sono stati sequestrati i cellulari di otto conoscenti della giovane. Una lite con una compagna di classe potrebbe essere stata la causa scatenante del suo gesto estremo. Le due studentesse avrebbero presumibilmente litigato per un ragazzo. Il giovane in questione è stato poi aggredito in quanto accusato di aver diffuso alcune fotografie intime della vittima.
I parenti hanno parlato anche di un movente legato all’invidia. La sorella pensa che possa aver attirato dell’astio su di sé perché “era un po’ diversa dalle ragazzine che trovi qua”. È arrivata qua ed è stata al centro dell’attenzione. Qualcuno nutriva rancore nei suoi confronti”.