ROMA – Si accende il dibattito sulla fiamma tricolore simbolo di Fratelli d’Italia. Dopo l’intervista di ieri su Il Foglio a Luca Ciriani – ministro per i rapporti con il Parlamento nel governo Meloni – in cui si prospettava l’abbandono del logo di memoria missina, arrivano le reazioni dei membri del partito di maggioranza. L’ultima è quella del titolare dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, che sempre sul quotidiano milanese ha ribadito che l’eliminazione del simbolo “non è all’ordine del giorno ma comunque spegnere la fiamma non sarebbe una tragedia”.
Le reazioni nel partito
Un linea di cambiamento per dimostrare la modernità del partito, ma non condivisa da tutti i membri, come evidenziato da Fabio Rampelli. “La fiamma non si tocca”, sostiene il deputato FdI nonché storico capo della sezione di Colle Oppio. Giovanni Donzelli fa eco alle parole del ministro dell’agricoltura, mentre è di diverso avviso Ignazio La Russa, che prova a glissare sull’argomento dicendo che “anche il mondo finirà prima o poi”.
Inaspettata, invece, la reazione di Giuliana Almirante. In un’intervista a Repubblica la figlia de “Il Segretario” ha rivelato quanto il padre sia stato dimenticato, chiedendo che il disegno della fiamma venga rimosso. “Può sembrare assurdo, tutto sommato a me sta bene che tolgano la fiamma, perché così almeno finisce questa presa in giro”, ha detto.
La storia della fiamma
Nata con il Movimento Sociale Italiano, la fiamma ha visto vari ridimensionamenti alla fine dell’era missina con Gianfranco Fini che, creata Alleanza Nazionale, voleva ribadire un cambio di passo. Lo stesso di quanto successo con la creazione del logo di FdI nel 2012, quando Guido Crosetto, Giorgia Meloni e Ignazio La Russa preferirono un cordino tricolore. Nel 2017 il ritorno del simbolo nel logo del partito non per convinzione ma, sostiene Rampelli, “per stroncare una congiura di ex colonnelli di An che volevano sabotare”.