BEIRUT – Otto razzi di Hezbollah hanno colpito ieri la base italiana Unifil a Shama, nel sud del Libano. L’allerta nel contingente era alta da almeno tre settimane, a causa dell’avvicinamento progressivo dei combattimenti. I danni subiti si limitano a un’officina che è andata distrutta. Cinque soldati della Brigata Sassari sono stati colpiti dall’onda d’urto delle detonazioni e ricoverati in infermeria, ma le loro condizioni sono buone. Ieri Hezbollah ha colpito anche una pattuglia di caschi blu francesi senza causare feriti. Oggi altri razzi sono caduti a Kiryat Shmona, nel nord di Israele.
Dall’invasione israeliana del Libano, le basi Unifil sono state più volte coinvolte negli scontri. Gli attacchi in passato sono scaturiti dall’esercito israeliano, motivo per cui il ministro della Difesa Guido Crosetto ha inizialmente attribuito questo ulteriore attacco a Tel Aviv. Dopo la smentita di Israele e le indagini sui razzi caduti sul contingente, è emerso che l’origine dell’attacco è da imputarsi a Hezbollah. “È intollerabile che le basi dell’Unifil vengano colpite”, ha dichiarato Crosetto.
Per il ministro degli Esteri Antonio Tajani l’attacco è stato inammissibile. “Non siamo nemici di nessuno, siamo lì per portare la pace”. Non si tratta però di garantire la sicurezza di Hezbollah, come avrebbe detto il ministro in una dichiarazione che ha creato polemiche, ma di garantire il rispetto delle Risoluzioni Onu. Oggi il ministro ha inoltre rilasciato una dichiarazione in merito a un possibile ritiro delle truppe Unifil dal Libano, su esempio della decisione del presidente argentino Javier Milei: “L’Argentina ha un ruolo diverso, aveva tre ufficiali, noi abbiamo 1100 militari, una cosa ben diversa”.
Si intensificano intanto le operazioni militari nella Striscia di Gaza. Gli attacchi dell’Idf hanno provocato 15 morti, tra cui un membro delle squadre di soccorso.
Dopo l’appello di Biden di “aumentare la pressione su Hamas per raggiungere un cessate il fuoco a Gaza”, Hezbollah ha accettato la proposta americana, pur volendo continuare i negoziati per chiudere i punti rimasti in sospeso. Oggi il leader di Hezbollah Naim Qassem terrà un discorso pubblico. Ma per ora Tel Aviv tace.