FRANCOFORTE – Crescita economica fragile e rischio debito per i Paesi dell’eurozona. È questo lo scenario poco rassicurante che emerge dal nuovo rapporto sulla stabilità finanziaria stilato dalla Banca centrale europea (Bce). “Incertezze crescenti” sul piano macro-finanziario e geopolitico sia nell’area euro che a livello globale offuscano l’attuale quadro per la crescita economica.
Il rapporto della Bce si sofferma sulla fragilità dei Paesi “più soggetti allo scrutinio dei mercati”, dove i rendimenti tendono a “salire significativamente” di fronte a eventi inattesi. È il caso dell’area euro, dove preoccupa l’aumento della vulnerabilità di alcune economie. Tra i Paesi sotto osservazione anche l’Italia, che si unisce a Cipro, Grecia, Irlanda, Spagna, Portogallo, Slovenia e Slovacchia. La Bce ha sottolineato come “livelli elevati di debito e alti deficit, sommati a una crescita potenziale debole e a incertezze sulla direzione delle politiche” aumentano i “timori per la sostenibilità del debito”.
Nonostante i mercati si siano “dimostrati finora resilienti”, il documento avverte sulle “vulnerabilità del rischio di credito” che potrebbero “indebolire la qualità degli asset per le banche, se dovessero materializzarsi i rischi per la crescita”. Le prospettive negative influiscono soprattutto “sui bilanci aziendali” e sul settore immobiliare commerciale, con “i prezzi residenziali in stabilizzazione e la proprietà commerciale ancora sotto stress per le sfide poste dal lavoro da remoto e dal commercio elettronico”.
Se la crescita economica rallentasse ulteriormente, le piccole e medie imprese e le famiglie nelle fasce di reddito più basse potrebbero trovarsi presto in difficoltà, “impattando negativamente la qualità degli attivi”. La Bce conclude consigliando alle autorità di vigilanza macro-prudenziale di “mantenere gli attuali cuscinetti di capitale” insieme “a misure a livello del singolo istituto per assicurare solidi standard nella concessione di credito”.