NAPOLI – È esploso ieri pomeriggio un deposito abusivo di fuochi nella notte a Ercolano. Le vittime sono tutte e tre giovani. L’esplosione è avvenuta in un deposito (in un’area agricola a cavallo tra Ercolano e San Giorgio a Cremano) che era stato allestito recentemente. Il sindaco di Ercolano ha negato che gli siano mai pervenute richieste di autorizzazione per la fabbricazione di fuochi. Difficili nel frattempo i lavori di recupero delle salme, che erano stati interrotti dalla presenza di eccessivo materiale pirotecnico. Pertanto, sono ancora in corso nella mattinata di oggi i sopralluoghi degli artificieri. L’area che conduce al luogo è stata chiusa al passaggio pedonale e veicolare per consentire le operazioni ai Carabinieri e ai Vigili del Fuoco. Una scuola per l’ Infanzia vicina al luogo in cui è avvenuta la tragedia, questa mattina, è rimasta chiusa in via precauzionale.
Le indagini
Il proprietario del deposito che era stato adibito abusivamente alla produzione e al confezionamento dei fuochi d’artificio è un trentottenne che rischia ora di essere indagato per omicidio e disastro colposo. Anche i militari al momento indagano sull’origine dell’esplosione: non ci sono ancora indicazioni su cosa l’abbia scatenata.
Le vittime
I tre giovani – un ragazzo di 18 e due ragazze di 26 anni – erano tutti e tre al primo giorno di lavoro. Non erano professionisti, ma erano stati arruolati alle prime armi per l’occasione. Nel capannone, inoltre, c’era un’ingente quantità di fuochi stoccati ma non è ancora chiaro cosa sia successo subito dopo la pausa pranzo, orario dell’esplosione.
Le morti dei senza lavoro
“Una morte di chi accetta un lavoro che lavoro non è. Se confermato quanto emerso in queste ore, i tre ragazzi non potranno nemmeno essere iscritti nella lista delle morti bianche, ma in quella dei tanti fantasmi del lavoro senza regole, senza sicurezza e senza futuro”, ha spiegato il sindaco di Marigliano Peppe Jossa, sempre nel napoletano, paese d’origine di due delle tre vittime.
I precedenti
Solo dodici giorni fa è esploso un altro deposito nascosto di fuochi d’artificio sempre in provincia di Napoli, a Quarto. Tanti anche i sequestri: solo nella prima settimana di novembre 36 chili a Napoli e 186 pezzi a San Marcellino, nel casertano.