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Nuove tensioni nel Pdl e scissione all’orizzonte. Alfano sulla finanziaria: “Non è il quinto Vangelo”

di cida22 Ottobre 2013
22 Ottobre 2013

Le colombe sono pronte a spiccare il volo e, nel Pdl, si torna a parlare di scissione. «Bisogna smetterla con le critiche distruttive all’operato del governo» è l’allarme lanciato dal ministro delle Riforme, Gaetano Quagliariello, che, in un’intevista, spiega, ad alcuni colleghi l’inutilità di minacciare una nuova crisi di governo, perché il risultato sarebbe lo stesso di inizio ottobre. Dichiarazioni che hanno attirato numerose critiche e spinto la senatrice Anna Cinzia Bonfrisco a dargli del «traditore». Così ecco arrivare, ieri pomeriggio, una nota firmata da 24 senatori del pdl (probabilmente gli stessi che avrebbero votato, contro le indicazioni di Berlusconi, la fiducia al governo Letta) che si dicono pronti a seguire Quagliariello in un’eventuale fuoriuscita dal partito e firmano una nota congiunta contro gli altri senatori chiedendo il ritorno a un confronto corretto. Insomma un vero e proprio aut-aut di fronte al quale i fedelissimi del Cavaliere non stanno a guardare e mentre Sandro Bondi invita il segretario, Angelino Alfano, e il capogruppo al senato, Renato Schifani, a stigmatizzare il gesto, Fabrizio Cicchitto preferisce rispondere ironicamente: «Ci mancavano gli appelli al centralismo democratico…». Intanto arrivano le prime smentite col senatore Riccardo Conti, indicato tra i 24, che dichiara di non aver «mai deciso di aderire ad una lista di colleghi parlamentari. Sono invece contrario ad ogni forma di attacco personale nel confronto politico. Sento inoltre forte l’esigenza di un chiarimento di contenuti e di prospettiva all’interno del Pdl-Forza Italia».
La conta e la stabilità. Il partito unito intorno al leader è ormai solo un ricordo. La riprova è la rinascita di Forza Italia (in cui in futuro dovrebbero confluire quelli che sceglieranno di continuare con Berlusconi) e l’esistenza di correnti contrapposte: quella degli “alfaniani”, che fa capo al segretario insieme ai ministri del pdl più alcuni elementi, i “fedelissimi” del Cavaliere, come Verdini, Bondi e la Santanchè, per concludere con i “lealisti”, Carfagna, Gelmini, Fitto, e i “mediatori”  come Gasparri o Schifani. Il prossimo confronto sarà sulla legge di stabilità che oggi arriva in Parlamento. L’ultima finanziaria ha generato non poche polemiche sia da parte di Confindustria che dei sindacati. Proprio questi ultimi hanno annunciato quattro ore di sciopero con una serie di manifestazioni a livello territoriale per protestare contro quella che definiscono una legge che «non riduce le tasse sul lavoro e non ha come obiettivo la crescita con una svolta della politica economica».  Le preoccupazioni degli industriali arrivano per bocca del Presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi che sulla finanziaria dichiara: «Temiamo molto il passaggio in Parlamento, perchè potrebbero peggiorarla».
Parla Alfano. Alle preoccupazioni risponde il vice-premier, Angelino Alfano, che evidenzia come il disegno di legge abbia «grandi margini di migliorabilità e di intervento. La legge di stabilità non è il quinto Vangelo». Gli fa eco Raffaele Fitto che si dice convinto che il Parlamento possa lavorare in modo propositivo anche se avverte: «non ci possono chiedere di contraddire totalmente quello che sosteniamo da tempo» e per stemperare le tensioni aggiunge: «Se l`Imu dovesse ritornare sotto falso nome, immagino che anche i 24 senatori non difenderanno a prescindere questa parte di legge si stabilità».
Tutto rinviato, dunque, sia in ottica finanziaria che per quanto riguarda la stabilità del partito in attesa, domani, di una possibile riunione, da parte di Silvio Berlusconi, dell’Ufficio di Presidenza, primo passo verso il ritorno a Forza Italia e a un conseguente azzeramento degli incarichi.

Domenico Cavazzino

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