MOSCA – “Non c’è stata alcuna telefonata tra Trump e Putin”. Per il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, le indiscrezioni del Washington Post su una presunta conversazione tra il presidente russo e il neo eletto presidente americano sono “pura fiction”. L’operazione militare speciale, dunque, continuerà “fino a che tutti gli obiettivi stabiliti saranno raggiunti”, ha detto.
Oggetto della chiamata ora smentita sarebbero state le mosse per assicurare una “rapida risoluzione della guerra in Ucraina”. Trump avrebbe consigliato al numero uno del Cremlino di evitare un’escalation del conflitto, ricordandogli la consistente presenza militare di Washington in Europa.
Dall’Unione europea, intanto, fanno sapere che non esiste l’ipotesi di inviare truppe in Ucraina. Sul colloquio tra Trump e Putin “non è compito nostro commentare”, ha affermato un portavoce della Commissione europea.
Nel frattempo, secondo il servizio di intelligence estera russo il Dipartimento di Stato americano starebbe lavorando per rimuovere l’”arrogante” Volodymyr Zelensky. Per gli 007 russi, Washington starebbe valutando la possibilità di indire elezioni presidenziali e parlamentari in Ucraina l’anno prossimo, nel mezzo delle ostilità con la Russia.
Gli attacchi di droni russi, intanto, non si fermano. Questa notte, secondo le autorità militari locali, sarebbe stata colpita la città ucraina meridionale di Mykolaiv. L’allerta antiaerea è scattata nella maggior parte delle regioni ucraine a seguito del decollo di caccia bombardieri russi verso il Paese.
Quattro persone, poi, sarebbero morte in un raid missilistico che ha colpito un grattacielo a Kryvyi Rih, la città natale di Zelensky. Ma si continua a scavare sotto le macerie.
A confermare la possibilità che vi siano nuovi raid anche il Centro ucraino per la lotta alla disinformazione. “I russi hanno immagazzinato missili negli aeroporti per preparare attacchi massicci sull’Ucraina”, ha affermato il capo del Centro Andriy Kovalenko.
Trapelano, inoltre, nuove indiscrezioni di stampa. Il New York Times fa sapere che la Russia “ha ammassato 50 mila soldati nella regione del Kursk, inclusi militari nordcoreani, che si preparano ad azioni offensive” per riconquistare il territorio. Le truppe starebbero completando l’addestramento per artiglieria e manovre di fanteria. E sarebbero divise in un’unità di assalto e un’unità di supporto.