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HomePolitica Albania, il tribunale di Roma oggi deciderà la sorte dei sette migranti

Continua lo scontro
tra magistratura e governo
sul decreto Paesi sicuri

La maggioranza contro le toghe

Salvini: "Giudici boicottano le leggi"

di Irene Di Castelnuovo11 Novembre 2024
11 Novembre 2024

La nave Libra arriva in Albania con otto migranti a bordo | Foto Ansa

ROMA – I sette migranti portati nel campo di detenzione in Albania dalla nave Libra potrebbero ritornare in Italia. Cinque di loro hanno effettuato la richiesta d’asilo ma le domande sono state rigettate, i restanti attendono una risposta. Oggi arriverà la decisione dal Tribunale di Roma in cui si stanno riunendo toghe e governo.

Il presidente dell’Associazione nazionale magistrati Giuseppe Santalucia non vuole lo scontro con il governo: “Si può dissentire o meno, la parola la diranno la Corte di Cassazione e quella di Giustizia ma non c’è nessuna volontà di politicizzazione o di innescare uno scontro con le forze politiche”, ha dichiarato ieri. Il viceministro della Giustizia Francesco Sisto vuole collaborare con il potere giudiziario per “fare le cose insieme nell’interesse dei cittadini” – ha affermato oggi su Radio 1 Rai – “bisogna trovare i punti di contatto e camminare insieme per scrivere una giustizia secondo quelli che sono i parametri della nostra democrazia. Bisogna valutare provvedimento per provvedimento senza ideologie ed eliminare quei blocchi di conflittualità che fanno comodo a chi non vuole che si crei una giustizia migliore”.

Lo scontro però sembra essere già annunciato. Il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini ieri ha pubblicato un post sul suo profilo Instagram che accusa la presidente di Magistratura democratica Silvia Albano di boicottare e stravolgere le leggi. La maggioranza è tesa già da giorni a causa del decreto sui Paesi sicuri osteggiato dai togati. Il giudice emerito della Corte Costituzionale, Sabino Cassese, è concorde alla decisione di rivolgersi alla Corte di giustizia dell’Unione europea poiché “c’è una direttiva comunitaria, che prevale su quella nazionale”. Tuttavia ritiene che i giudici italiani abbiano dato “un’interpretazione ampia alla sentenza della Corte di giustizia europea, che si riferiva solo alle ipotesi delle parti del territorio e non alle categorie di persone che possono essere discriminate”.

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