ROMA – Continua a calare la produzione industriale del nostro Paese. Secondo le stime dell’Istat, l’istituto nazionale di statistica, l’indice destagionalizzato della produzione industriale scende dello 0,4% rispetto ad agosto, confermando una tendenza negativa che dura da 20 mesi consecutivi.
I settori che più influiscono su questi dati sono quelli dell’energia, con un abbassamento del -3,8%, e dei beni di consumo (-2,5%). Nel confronto annuo, gli incrementi tendenziali più ampi si vedono nella produzione di apparecchiature elettriche (+5,9%), la fabbricazione di computer e prodotti di elettronica (+1,9%) e l’attività estrattiva (+1,8%). Rimane in profonda crisi il settore dei mezzi di trasporto, con l’automobile che certifica il peggior settore di periodo , andando a registrare un abbassamento del -15,4%. Da inizio anno è invece la moda a soffrire di più andando a pagare il prezzo più alto della riduzione di domanda, con un calo dell’11%.
A non aiutare i settori di produzione c’è anche il regresso dell’export che, nei primi otto mesi dell’anno, riporta un -0,6%, dovuto soprattutto dalla crisi della Germania, nostro principale acquirente in Europa.
Sulla crisi della produzione industriale italiana si esprime il Codacons, il Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori: “Una contrazione che investe tutti i settori, e che appare allarmante se si analizza l’andamento dei beni di consumo”, spiega il presidente Carlo Rienzi. “Dati che risentono in modo evidente dello stallo dei consumi da parte delle famiglie, con la spesa degli italiani che non riparte ed effetti negativi diretti su commercio e industria e sui conti nazionali. Per questo – prosegue Rienzi – continuiamo a chiedere al governo di intervenire per invertire la rotta adottando misure davvero efficaci sul fronte della nostra economia”.