CALTANISSETTA – Il pm Maurizio Bonaccorso ha chiesto, al termine dell’udienza preliminare che si è svolta ieri a Caltanissetta, il rinvio a giudizio per quattro poliziotti – Giuseppe Di Gangi, Vincenzo Maniscaldi, Angelo Tedesco e Maurizio Zerilli – per il reato di depistaggio. Gli agenti facevano parte del gruppo di indagine “Falcone-Borsellino”.
Sono accusati di aver dichiarato il falso nelle loro deposizioni in qualità di testi nel processo sul depistaggio delle indagini sulla strage di Via D’Amelio, finito in prescrizione in secondo grado per ciò che concerne il reato di calunnia per i tre imputati.
”Agli imputati vengono contestate una serie di condotte che si concretizzano in false dichiarazioni e reticenze, secondo l’impostazione accusatorie mascherate da ‘non ricordo’”, ha dichiarato in udienza il pm.
“A parte dei singoli casi di false dichiarazioni e reticenze che si riferiscono a episodi specifici, singoli – ha proseguito il pubblico ministero. Tutte le altre false dichiarazioni, tutte le altre reticenze mascherate da ‘non ricordo’, si riferiscono a momenti scuri dell’attività investigativa del Gruppo Falcone e Borsellino che, secondo la tesi accusatoria, rappresentano dei momenti fondamentali nell’attività di inquinamento probatorio”.
“Il depistaggio è iniziato alle ore 17 del 19 luglio del 1992”, un attimo dopo la strage di via D’Amelio”, ha commentato l’avvocato dei figli di Paolo Borsellino, Paolo Trizzino, concorde sulla richiesta del rinvio a giudizio.
“Ci sono tanti modi per umiliare i superstiti, con il vostro atteggiamento avete umiliato la memoria dei vostri colleghi”, ha spiegato il legale rivolgendosi ai poliziotti. La prossima udienza è fissata per il 13 novembre.