ENNA – Una corda di altalena stretta al collo. Così ha deciso di togliersi la vita una giovane studentessa di Enna. Sulla sua morte, lo spettro del revenge porn. La madre ha ritrovato la quindicenne nella casa di famiglia. Vani i tentativi di salvarla: all’arrivo dei soccorsi era già troppo tardi.
Durante la ricreazione una violenta lite con una compagna di classe avrebbe scosso la giovane. Tra le parole di troppo e le spinte anche il riferimento a dei presunti video intimi della vittima che circolavano in rete senza il suo consenso. In seguito il malore. La quindicenne, avvisati i professori, ha chiamato la madre per farsi venire a prendere. Dopo l’arrivo a casa, la mamma è uscita pochi minuti per fare la spesa. Al suo ritorno ha trovato la figlia esanime.
La procura ha deciso di aprire un fascicolo a carico di ignoti per istigazione al suicidio, pratica necessaria per richiedere il sequestro di telefono e computer per proseguire l’indagine. Essenziale anche la ricerca di materiali su social e chat per poter capire i retroscena della vicenda. Oggi è stato disposto un esame tossicologico.
La ragazza, trasferitasi da poco con la famiglia da Milano, sembrava perfettamente inserita nell’ambiente. “La scuola oggi è turbata e incredula. Io stessa quando ieri ho appreso la notizia non riuscivo a crederci. Il nostro istituto è come una famiglia. La ragazza viene descritta dai suoi insegnanti come serena, vivace, bene inserita in classe e con un ottimo profitto”, dichiara la preside. Incredula anche la società sportiva di pallavolo frequentata dalla vittima, che esprime il suo cordoglio tramite un post. Il sindaco annuncia su Facebook: “sarà lutto cittadino”. E così la cultura dello stupro potrebbe aver ucciso un’altra donna.