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Trump alla guida degli Usa
i risvolti della vittoria
sulla politica italiana?

L'intervista a Giampaolo Malgeri

"Non sarà un punto di riferimento"

di Filippo Saggioro07 Novembre 2024
07 Novembre 2024
Trump

Donald Trump | Foto Ansa

Donald Trump è il 47esimo presidente degli Stati Uniti, dopo una delle campagne elettorali più divisive della storia. “È la più grande vittoria di sempre”, ha esultato il tycoon durante il discorso di vittoria a Palm Beach, circondato da amici, familiari e alleati. Dal palco ha ribadito le sue promesse elettorali: “Rimetteremo a posto il Paese, aggiusteremo i confini e faremo l’America di nuovo grande”. E ha mandato un segnale fuori dai confini: “Non inizierò guerre, ma le fermerò”.
Quali potrebbero essere le ripercussioni del risultato delle elezioni americane sul nostro Paese? Giampaolo Malgeri, presidente del corso di laurea di Scienze politiche internazionali e dell’amministrazione all’Università Lumsa, delinea per Lumsanews i risvolti della vittoria di Trump nel nostro Paese. 

“Di certo il risultato di queste elezioni assicura, ad alcune componenti del governo, una sponda importante dal punto di vista dei rapporti con l’amministrazione americana. Questo potrebbe influire sugli assetti europei, rafforzando l’asse di cui fa parte la maggioranza di governo in Europa. Anche se sinceramente credo che, con delle politiche fortemente protezioniste, Trump non sarà un punto di riferimento per l’Unione europea”. 

Matteo Salvini, che ha sempre sostenuto con forza Trump, potrà guadagnare importanza all’interno della maggioranza, ai danni di Meloni e Tajani che sono stati spesso più prudenti nel sostegno al tycoon? 

“Non credo che il risultato delle elezioni americane possa influenzare particolarmente la posizione di Salvini all’interno del governo. L’alleato più importante dell’Italia è oggi l’Unione europea e, infatti, Giorgia Meloni e Antonio Tajani puntano a dialogare con i nuovi vertici della Commissione. Ricordiamo che, con la nomina di Raffaele Fitto, si è completamente ricomposto il rapporto con la presidente Ursula von der Leyen”. 

La presidenza Trump potrà spingere il pericoloso trend sovranista che sta colpendo molti Paesi del mondo occidentale? 

“La vittoria di Trump è sicuramente conseguenza del vento sovranista che caratterizza una parte dell’opinione pubblica mondiale, ma non credo che il suo governo possa accentuare questa deriva. Anzi, potremmo anche immaginare una reazione di contenimento rispetto al diffondersi di queste posizioni”. 

Quali sono le principali conseguenze della politica isolazionista trumpiana che l’Italia dovrà affrontare? Quali i rapporti della nuova amministrazione americana con la Nato? 

“Anche se Trump ha più volte mostrato un atteggiamento di scarsa considerazione nei confronti dell’Alleanza atlantica, credo sia una posizione di facciata. Per gli Stati Uniti la Nato è uno strumento fondamentale di influenza mondiale, è ciò che gli consente di operare su tutti i contesti internazionali strategici. Allo stesso tempo la minore attenzione nei confronti dell’Europa e del nostro Paese sarà inevitabile e potrebbe produrre una grossa modificazione degli assetti geopolitici. L’effetto positivo che la politica dell’America first potrebbe produrre è, però, quello di rafforzare la componente europeistica della politica estera italiana”. 

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