La morte di Erich Priebke sta riaprendo delle ferite, forse mai rimarginate, che la mancanza di memoria condivisa su alcuni eventi storici ha lasciato impresse nel tessuto sociale. La salma dell’ex gerarca nazista, morto a Roma quattro giorni fa, è rimasta ancora senza sepoltura e funerale: dopo gli scontri tra gruppi fascisti e manifestanti anti-Priebke che hanno impedito di portare a termine la celebrazione nella chiesa San Pio X ad Albano, il prefetto Giuseppe Pecoraro ne ha disposto il trasferimento a Pratica di Mare, a 30 chilometri da Roma.
C’è molto fermento rispetto alle decisioni da prendersi, nelle ultime ore, sulla destinazione del feretro: decisioni su cui sembra non voler avere l’ultima nessuno ma che, assicura Pecoraro, arriveranno “in giornata”. Il prefetto ha aggiunto che sono in corso contatti con la Germania, ma l’ambasciata tedesca di Roma ha fatto sapere che non è arrivata nessuna richiesta ufficiale sulla questione della sepoltura del gerarca nazista né dalla famiglia di Erik Priebke, né dalle autorità italiane: “Non è il governo tedesco a dover decidere dove e in che modo avverrà la sepoltura. È una decisione che spetta ai parenti di Priebke”hanno sottolineano fonti diplomatiche .
Anche il sindaco della capitale, Ignazio Marino, è dell’idea che il problema della sepoltura dell’ex ufficiale delle SS sia di competenza del nostro governo e di quello tedesco, con il quale “non esclude contatti”. Un gioco di rimandi delle responsabilità, in un clima di nervosismo e polemiche. Il presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici, alle celebrazioni del settantesimo anniversario del rastrellamento del ghetto, rispetto ai tumulti durante il tentato funerale di Priebke ha parlato di “inganno da un avvocato millantatore che non ha garantito la tranquillità che aveva promesso”. Il riferimento è al legale Paolo Giachini, che aveva assicurato una cerimonia a porte chiuse e riservata ad amici e parenti. Ben diverso è stato invece lo scenario che si è prospettato davanti alla chiesa dei preti lefebvriani, ad Albano, dove il sindaco si era opposto fin dal primo momento al passaggio della salma (ordinanza di divieto poi revocata dal prefetto Pecoraro): il carro funebre con la salma di Priebke è stato preso a calci e pugni dai manifestanti, riuscendo a stento a entrare nella San Pio X. Gli agenti in tenuta antisommossa sono dovuti intervenire quando ai manifestanti si sono aggiunti gruppi di estrema destra al grido di ‘boia chi molla’ che hanno tentato l’ingresso nella Cappella fino a quando il sacerdote non è stato costretto a sospendere la cerimonia.
Alessandra D’Acunto