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La Casa di Peter Pan per i piccoli malati oncologici è salva. Trovato l’accordo con la Regione Lazio per il comodato d’uso gratuito della sede

di Gianluca Natoli16 Ottobre 2013
16 Ottobre 2013

peter-pan-sfrattata-2La Casa di Peter Pan continuerà ad ospitare i bambini malati di cancro e le loro famiglie. L’Associazione che gestisce la struttura di accoglienza ha raggiunto infatti un accordo con la Regione Lazio per il comodato d’uso gratuito di cinque anni, dopo alcuni screzi dovuti alla richiesta di un aumento dell’affitto della sede da parte della società proprietaria dell’immobile che fa capo alla Regione Lazio.
Lieto fine. Lo scorso febbraio la Casa di Peter Pan aveva ricevuto lo sfratto dall’Ipab Irai, istituto proprietario dell’immobile e controllato al 70 per cento dalla Regione Lazio. Il motivo della decisione risiedeva nella necessità di fare cassa aumentando il costo dell’affitto, arrivando a una cifra impossibile da pagare per un’associazione che non riceve aiuti pubblici. Dopo mesi di frenetiche trattative finalmente la buona notizia, con il via libera del consiglio di amministrazione dell’Ipab Irai all’accordo con la Regione che concede l’immobile all’associazione in comodato d’uso gratuito per i prossimi cinque anni. Soddisfatto il presidente onorario di Peter Pan, Maria Teresa Barracano Fasanelli, che ha ha parlato ai microfoni della Radio Vaticana: “Siamo arrivati a un accordo. Se non ci fosse la Casa di “Peter Pan” i bambini sarebbero in una corsia per tutto il tempo delle terapie, mentre i loro genitori dovrebbero pagarsi il soggiorno in una città cara come Roma: cosa impossibile visto che le cure durano da un minimo di sei mesi in poi. Peter Pan offre la possibilità a questa famiglia un po’ di vivere il periodo delle cure come se fosse a casa loro. Il bambino rimane un bambino “a tutti gli effetti”, non un piccolo paziente, ma un bambino che ha un problema”.
La struttura e i costi.  La Casa di Peter Pan può ospitare 33 unità abitative, ma le richieste di accoglienza sono di gran lunga superiori. A contribuire all’inflazione delle domande di ricovero anche la crisi che ha spinto numerose famiglie, non più in grado di soggiornare a Roma per un lungo periodo come in passato, a rivolgersi alla Casa di Peter Pan.
Ricoverare un bambino costa mediamente oltre 1200 euro, mentre effettuare il day hospital e poi riaccompagnare il piccolo presso la struttura Peter Pan riduce i costi a circa 250 euro.
Dal 2000 sono circa 600 le famiglie di bambini in cura al Bambin Gesù e all’Umberto I che sono transitate gratuitamente per le stanze della Casa. Nuclei familiari provenienti da tutto il mondo, non solo dall’Italia.
La Casa di Peter Pan è stata definita dalla Regione Lazio cone un esempio “d’integrazione sociosanitaria” e “protagonista di un nuovo modello di sanità”. Cosa significa questo, lo ha spiegato sempre Maria Teresa Barracano Fasanelli: “Ciò che rende vincente il nostro modello è la capacità di far risparmiare allo Stato un sacco di soldi, perché è evidente che un bambino ospedalizzato costa di più di un bambino trattato in day hospital. E poi c’è tutto il benessere di una famiglia che vive e ritrova nelle nostre case quella normalità che la diagnosi infrange”.

Gianluca Natoli

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