HomeEconomia Manovra, Giorgetti da Pontida: “So distinguere tra chi fa sacrifici e chi li può fare”

Manovra, Giorgetti puntualizza
"So a chi chiedere sacrifici"
Ires maggiore su utili imprese

Ipotesi addizionale o taglio detrazioni

Spending review per i ministeri

di Silvia Longo07 Ottobre 2024
07 Ottobre 2024

ROMA – “So distinguere tra chi fa sacrifici e chi li può fare” così il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti rassicura i suoi alleati di governo, le aziende e i cittadini parlando nella giornata del 6 ottobre 2024 dal palco di Pontida, il raduno che la Lega tiene ogni anno dal 1990. In veste di militante della Lega, con una polo verde sotto la giacca, il ministro ha fatto queste precisazioni dopo l’intervista rilasciata a Bloomberg in cui aveva parlato di “più sacrifici per tutti” nella nuova Legge di Bilancio. Frase semplicemente dettata dalla Costituzione, ha sottolineato, che all’articolo 53 fa riferimento alla capacità contributiva progressiva per chi ha più risorse. Un richiamo poi alle sue origini umili: “Lo dico con grande tranquillità, da figlio di un pescatore e operaia tessile”.

A fargli eco c’è il leader del Carroccio nonché viceministro Matteo Salvini per cui “se qualcuno deve pagare qualcosa in più quelli devono essere “i banchieri e non gli operai”. Le polemiche, però, non tendono a smorzarsi.

Il governo è alla ricerca di risorse per la manovra 2024 e per definire il Piano strutturale di bilancio che va approvato entro il 15 ottobre 2024 e inviato a Bruxelles. Le risorse da trovare sono ingenti ed è chiaro che per avere “maggiori entrate” e “minori spese”,come scritto nel Psb, bisognerà toccare gli utili di banche e imprese.

In particolare la partita si gioca sull’Ires, l’imposta sui redditi delle società con due opzioni al vaglio dei tecnici del ministero di via XX Settembre: addizionale Ires o taglio delle detrazioni. La scelta più fruttuosa, che, però, si configurerebbe come una nuova tassa, sarebbe quella dell’addizionale Ires che scatterebbe da una certa soglia di utili in su, in maniera progressiva. L’altra, che eviterebbe un aumento secco dell’imposta, sarebbe un taglio delle agevolazioni fiscali che incidono sull’Ires.

Nel frattempo proseguono le trattative con l’Associazione Bancaria Italiana e Confindustria. Per quanto riguarda le banche si pensa di non coinvolgerle perché già pagano da anni un’addizionale Ires del 3,5% rispetto all’aliquota ordinaria del 24%.

In aggiunta per racimolare ulteriori risorse servirà una spending review con tagli lineari ai ministeri. La Farnesina, guidata dal ministro Antonio Tajani, risulta il primo dicastero indicato nella lista dei tagli.

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