BEIRUT – L’operazione via terra nel sud del Libano da parte delle forze militari israeliane è iniziata con bombardamenti sui villaggi della regione. L’incursione è affidata alla 98esima Divisione, una formazione d’elite di unità di paracadutisti e commando, ed è iniziata dopo una lunga preparazione: “Abbiamo iniziato con operazioni di basso profilo, e oggi entreremo in una manovra significativa, è dal 2006 che non interveniamo in Libano”, si legge in un documento pubblicato dall’esercito israeliano. Il gabinetto di sicurezza di Israele ha specificato però che l’operazione è mirata e non punterebbe quindi all’occupazione del Libano meridionale.
Il pericoloso esodo verso la Siria
Dopo l’ampliamento dell’offensiva israeliana, prosegue l’esodo di migliaia di persone verso la Siria nonostante il rischio di essere arruolati nell’esercito siriano e di essere considerati disertori. L’esercito israeliano ha ordinato l’evacuazione in oltre 20 aree nel sud del Paese e il primo ministro libanese Najib Mikati si è rivolto alle Nazioni Unite per richiedere beni e risorse da consegnare agli sfollati ricordando come il Libano stia affrontando: “Una delle fasi più pericolose della sua storia”, ha detto. Israele ha colpito obiettivi anche in Siria nel corso di alcuni raid effettuati con missili e droni: almeno tre le vittime registrate a Damasco tra cui un giornalista.
L’evacuazione dei cittadini italiani in Libano
La diplomazia italiana è al lavoro per evitare l’escalation del conflitto in Medio Oriente. Giorgia Meloni ha ribadito l’impegno italiano per “un cessate il fuoco e una soluzione al conflitto” in una conversazione telefonica con il primo ministro del Libano. Convocate per domani le commissioni Affari esteri e Difesa di Camera e Senato per un’informativa del ministro degli Esteri Tajani, che ieri in una videoconferenza dell’Unione Europea ha suggerito un coordinamento degli sforzi, visto un possibile ampliamento del conflitto: “È bene che i cittadini italiani se ne vadano dal Libano”, ha detto. Per quanto riguarda invece i nostri militari: “Anche se al confine tra il territorio controllato dagli Hezbollah e Israele, si garantirà la loro sicurezza”, ha detto Antonio Tajani.