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Stop al metodo Stamina dal ministero della Salute.« È pericoloso per i pazienti»

di Alessandra Pepe11 Ottobre 2013
11 Ottobre 2013

Manifestazione in sostegno del metodo Stamina«Questa è una conferenza che non avrei mai voluto fare, mi sarebbe piaciuto molto che questa vicenda avesse avuto un epilogo diverso, ma il metodo Stamina non ha i requisiti per la sperimentazione ed è pericoloso per i pazienti». Cosi il ministro della Salute ha annunciato ufficialmente la fine del metodo basato sull’uso delle cellule staminali del midollo osseo. Una decisione presa in base alle conclusioni del Comitato scientifico, il gruppo di esperti nominato dal ministro, che aveva definito il metodo Stamina caratterizzato da «potenziali rischi», giudizio confermato anche dall’avvocatura dello Stato, secondo cui la sperimentazione non può essere proseguita perché non vengono garantiti i livelli minimi di sicurezza. Ora sono a rischio i trattamenti svolti agli Spedali Civili di Brescia su 35 pazienti, che aspettano il giudizio del Tar della Lombardia sulla chiusura dello laboratorio richiesto dall’Aifa, l’agenzia nazionale del farmaco. La presa di posizione del ministero della Salute potrebbe avere un peso sulla decisione dei giudici. Per il momento verranno prese le cartelle cliniche dei casi seguiti a Brescia per fare una nuova valutazione.  Il ministro Lorenzin è ora intenzionata a destinare i 3 milioni di euro alla ricerca sulle malattie rare «per proseguire un filone che avevamo aperto»
Il giudizio dell’ideatore. Secondo Davide Vannoni, presidente della Stamina Foundation e inventore del metodo, «le ragioni della bocciatura sono insignificanti, non hanno senso.È veramente una cosa assurda, leggo questo documento insensato coi brividi sulla schiena, anche un biologo di primo anno dell’università si renderebbe conto dell’inconsistenza scientifica di questo documento. Ad essere pericoloso è il ministro Lorenzin e chi sta gestendo male questa situazione. Andremo a sperimentare in Usa» . Proprio dall’America sono arrivate, infatti, delle proposte, in particolare da Camillo Ricordi, docente dell’università di Miami, dove dirige il Centro trapianti cellulari e il Diabete Research Institute.
La reazione dell’Associazione malati.  A giudizio del portavoce,Sandro Baciano, che dal 23 luglio scorso coordina un presidio a piazza Montecitorio: «Per il ministro noi siamo morti che camminano, ormai non mi sorprende più nulla. Visto che non abbiamo avuto risposte neppure del Papa, ci rivolgeremo alla Corte Europea dei Diritti umani di Strasburgo». E continua Bigiano «Non chiediamo sperimentazioni e nemmeno che le terapie ci vengano fornite gratuitamente, ma solo libertà di cura, anche al costo di pagare a nostre spese. Almeno per quelli che stanno morendo e non hanno altra scelta. Cosa potrebbe essere peggio – domanda Baciano al ministro Lorenzin- per chi è in fin di vita se non vedersi togliere l’ultima speranza?». Per sabato prossimo è stata organizzata una manifestazione a Firenze per sensibilizzare l’opinione pubblica sul diritto alla cura.  

di Alessandra Pepe 

 

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