HomeEconomia Unicredit-Commerzbank, il governo tedesco si oppone e Scholz parla di “attacco ostile”

Unicredit-Commerzbank, il governo tedesco si oppone e Scholz parla di “attacco ostile”

di Sofia Zuppa24 Settembre 2024
24 Settembre 2024

La scalata di Unicredit verso la seconda banca tedesca Commerzbank ha sollevato polemiche dopo la notizia dell’aumento delle quote di partecipazione della banca italiana nell’Istituto di credito tedesco al 21%. Il governo di Berlino, infatti, ha fatto sapere di non essere a favore di un’acquisizione, mentre il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha parlato di “atto ostile”, scatenando la risposta del ministro degli Esteri Antonio Tajani.

Deteneva già il 9% e ora punta ancora più in alto

Venerdì scorso, 21 settembre, l’Unicredit ha sottoscritto uno strumento finanziario che le consente di aumentare la sua partecipazione in Commerzbank al 21% del capitale. L’istituto di credito ha, inoltre, comunicato anche di aver chiesto alla Bce l’autorizzazione a superare il 10% del capitale e salire fino al 29,9%, mantenendosi sotto al limite che imporrebbe un’Opa obbligatoria.

Il governo tedesco si oppone, Unicredit non molla

immediata la levata di scudi da parte del governo tedesco, fortemente contrario alla scalata del banco italiano. In particolare, non si è fatta attendere la reazioni del presidente tedesco Olaf Scholz che ha dichiarato che “le acquisizioni ostili non sono una buona cosa”, mentre dal Ministero delle Finanze tedesco arriva la conferma del “sostegno della strategia di indipendenza di Commerzbank”.

La risposta dell’Italia, Tajani: “Si tratta di libero mercato”

Commenti che hanno scatenato la reazione del ministro degli Esteri Antonio Tajani, che a margine dei lavori dell’Assemblea Onu a New York. “In Europa c’è libero mercato”, ha detto il capo della diplomazia italiana. “Non capisco perché quando qualcuno viene ad acquistare in Italia si dice che siamo in un sistema europeo moderno del mercato unico, se poi un italiano acquista fuori non è più nel mercato unico”. Sottolineando, poi, l’importanza di “non interferire”, in quanto operazioni di “libero mercato”. “Vedremo cosa farà il governo tedesco”, ha concluso. Sul piede di guerra anche i sindacati tedeschi che temono tagli, ristrutturazioni e perdita di posti di lavoro.

Da una parte il protezionismo economico, dall’altra la tutela dei lavoratori. Sullo sfondo, la possibilità di creare un grande polo bancario europeo capace di competere con i colossi statunitensi e asiatici, illustrata anche dal quotidiano economico Financial Times. La tensione, per il momento, è alle stelle. La paura è che dietro l’acquisizione si possano celare altri obiettivi, nel frattempo arrivano rassicurazioni sul fatto che la banca italiana che non intendono minare il governo tedesco con la sua acquisizione.

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