NEW YORK – Le Nazioni Unite pensano a misure concrete per risolvere la crisi in Medio Oriente, pacificare il conflitto russo-ucraino, riformare la propria governance e decidere su quale sentiero dirigere il proprio avvenire. L’Assemblea generale dell’Onu – oggi 23 settembre al taglio di nastri – dovrà sbrogliare il più complesso intreccio di conflitti internazionali dalla sua fondazione partendo dal Libano. Questa, più che una previsione, è una certezza che si ravvisa già dalle parole del Segretario generale Antonio Guterres, secondo cui la polveriera mediorientale è “sull’orlo della catastrofe”, e il Libano potrebbe diventare una “nuova Gaza”. Sta alle nazioni evitare che lo scambio di missili tra Israele e il Libano di Hezbollah sfoci nel conflitto totale.
Oltre il Libano: dialoghi di pace in Ucraina?
Secondo punto in ordine di importanza è il conflitto russo-ucraino. Il presidente del paese gialloblu Volodymyr Zelensky non accenna a fare passi indietro sulla necessità di garantire “la vittoria dell’Ucraina”. Fondamentale è che si possa “soddisfare tutti”. Per Zelensky c’è un però, grande quanto la Federazione Russa e il suo presidente Vladimir Putin, che “non ha alcuna intenzione di porre alla fine alla guerra a condizioni ragionevoli”. Intenzioni che bisognerà smussare a forza di missili a lungo raggio. Non quelli americani, però, dal momento che dalla Casa bianca Joe Biden non è ancora del tutto convinto nell’accordare a Kiev l’uso degli Atacms a stelle e strisce sul territorio russo.
Il “Patto per il futuro” dell’Assemblea generale Onu
Per l’Onu è poi giunto il momento delle riforme. Il segretario generale Guterres ha presentato un testo – adottato con l’assenso di tutti i paesi eccetto quello di Russia, Bielorussia, Iran, Corea del Nord, Nicaragua e Siria – che in 56 azioni promette di rafforzare il multilateralismo, rinnovare le istituzioni finanziarie internazionali e riformare Consiglio di Sicurezza. Un percorso ancora lento e farraginoso, ma dato l’ampio sostegno delle nazioni, decisamente necessario.