HomeCronaca “Agiamo per creare contrasto ma il dissenso viene criminalizzato”

"Agiamo per creare contrasto
ma i metodi di questo governo
criminalizzano ogni dissenso"

Parla Giacomo Baggio, l'attivista di Ug

che rischia la sorveglianza speciale

di Alberto Alessi23 Settembre 2024
23 Settembre 2024

Giacomo Baggio ha 33 anni. Veneto ma residente a Milano da 10 anni, è membro e consulente legale di Ultima Generazione. Il 13 maggio 2024 interrompe insieme ad altri attivisti un match degli Internazionali di tennis a Roma: per questo episodio, la Questura ha chiesto due anni di sorveglianza speciale, misura che prevede, tra l’altro, il divieto di allontanamento dal comune di residenza e di partecipare a qualsiasi tipo di manifestazione. L’udienza è prevista per il 14 ottobre a Roma.

Giacomo, perché ha deciso di unirsi a Ultima Generazione e da quanto tempo ne fai parte?

“Da quasi due anni ho cominciato a fare disobbedienza civile nonviolenta perché ritengo che sia una delle modalità più forti per esprimere il dissenso verso un governo inadeguato a gestire la crisi climatica. Nell’ultimo anno e mezzo ho preso parte a circa 15 azioni, dai blocchi stradali fino all’interruzione di manifestazioni sportive. Ho una formazione giuridica: quello che faccio per Ultima Generazione è offrire consulenza sulle conseguenze legali in cui le persone possono incorrere partecipando alle azioni di disobbedienza civile”.

Cos’è successo il 13 maggio agli Internazionali di tennis al Foro Italico?

“Eravamo un gruppetto di sette persone che ha interrotto contemporaneamente due partite. Le persone tra il pubblico ci hanno accolto in parte con gli applausi e in parte col dissenso”.

Lei e gli altri attivisti venite portati al Commissariato di Prati, dove sostiene di aver subito violenze…

“Ho subito un soffocamento da parte di un agente semplicemente perché stavo facendo resistenza passiva, esercitando il mio diritto di manifestare il mio pensiero, come previsto dall’articolo 21 della Costituzione. Stavo esercitando un diritto, non stavo commettendo un reato. Noi non collaboriamo alla criminalizzazione che viviamo”.

Le lesioni sono comprovate da un referto che cambia misteriosamente prognosi. Cos’è successo?

“La prognosi viene ridotta a seguito di una conversazione che gli agenti di polizia hanno avuto con il medico del pronto soccorso. Il medico ci dà il referto con gli agenti presenti, che quando vedono ‘15 giorni di prognosi’ vanno a parlare da parte con il dottore, il quale mi presenta il secondo referto con un unico giorno di prognosi. Il danno che ho subito è stato minimizzato: come mai per gli stessi identici sintomi cambiano i giorni di prognosi?”

Il 14 ottobre sarà in tribunale. Cosa si aspetta?

“Mi è arrivata da parte della Questura di Roma una richiesta di sorveglianza speciale, che prevede che per due anni io non possa uscire di casa dalle 20 alle 7, che non possa andare a Roma, che non possa partecipare a qualsiasi tipo di manifestazione pubblica. A ciò si aggiunge l’obbligo di firma nel comune di residenza, che implica che non potrei uscire da Milano. La motivazione? Aver partecipato ad azioni di disobbedienza civile nonviolenta. Questo aspetto è importante perché la sorveglianza speciale è prevista dal Codice Antimafia, riservato a soggetti dediti a reati di stampo mafioso. Ben diversi da quelli di manifestazione non autorizzata e di interruzione di pubblico servizio, che non mostrano pericolosità sociale”. 

Manifestazioni che spesso non sono gradite da parte della popolazione

“Noi agiamo per creare un minimo di disturbo, per ottenere visibilità mediatica: è necessario per far sentire la propria voce; almeno quando non hai il privilegio di avere davanti uno stuolo di giornalisti. Per farsi ascoltare è necessario creare polarizzazione, quindi risonanza e contrasto. Se si guardano i dati, sappiamo che il 70% della popolazione italiana è preoccupata dalla crisi climatica, e il 25% sostiene le nostre azioni e i nostri metodi”.

Che alcuni criticano, accusandovi di non offrire soluzioni concrete

“Non sono d’accordo. C’è la parte di disturbo, ma ci mobilitiamo per richiedere l’istituzione di un fondo di riparazione preventivo per i disastri: penso ai nubifragi dell’Emilia, di Milano, di quest’estate in Valle d’Aosta. Siamo in una situazione di emergenza e dobbiamo avere un piano di adattamento”.

Il recente Ddl sicurezza, se approvato, prevederebbe nuovi reati che sembrano voler colpire Ultima Generazione. Cambierete metodi?

“Assolutamente no. Il governo, senza più autorevolezza, punta ad aumentare le sanzioni private, punta alla criminalizzazione del dissenso, e vale per qualsiasi altra forma di lotta: anche i lavoratori e gli agricoltori hanno bloccato strade. Questa misura colpisce tutti. È per questo che continueremo a far sentire la nostra voce”.

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