PALERMO – Idolo di Italia 90, giocatore fuoriclasse, uomo eclettico e intraprendente: Totò Schillaci è morto a 59 anni nel reparto di pneumologia dell’ospedale Civico di Palermo, dove era ricoverato per un tumore al colon. E mentre il mondo del calcio piange la sua scomparsa, rivivono le immagini e le emozioni delle notti magiche cantate da Edoardo Bennato e Gianna Nannini: “Quel sogno che comincia da bambino, e che ti porta sempre più lontano, non è una favola e dagli spogliatoi, escono i ragazzi e siamo noi”. Uno di loro era Totò, protagonista ed eroe del mondiale, in cui l’Italia arrivò terza, ma il bomber conquistò, a sorpresa, i titoli di capocannoniere e di miglior giocatore della competizione.
Gli esordi in Sicilia
Nato a Palermo il 1° dicembre 1964, Schillaci inizia la sua brillante carriera nell’Amat Palermo, per essere acquistato dal Messina nel 1982. I suoi 11 gol complessivi nelle prime tre stagioni, e gli altrettanti nella quarta, contribuiscono alla promozione dei siciliani in Serie B. Nella categoria cadetta, guidato da Franco Scoglio, gioca per altre tre stagioni, segnando 13 gol nel 1987-1988 e 23 nel 1988-89, quando è capocannoniere con Zdenek Zeman in panchina.
L’arrivo alla Juve e la convocazione in Nazionale
I suoi successi lo portano a realizzare il suo sogno, giocare nella Juventus, che lo acquista per 6 miliardi di lire. “Da piccolo sognavo di fare il calciatore e, insieme a questo, ho realizzato tutti i miei desideri, per esempio, giocare nella Juve. Mi sarei accontentato di poco, invece il calcio mi ha dato tutto”, raccontava solo l’anno scorso a Sportweek.
Le sue ottime performance convincono il ct della Nazionale Azeglio Vicini a convocarlo per il Mondiale del ’90. Schillaci comincia dalla panchina come riserva di Andrea Carnevale, scendendo in campo nella seconda metà del secondo tempo dell’incontro di apertura contro l’Austria, ancora 0-0. Dopo quattro minuti segna di testa il gol che permette agli azzurri di vincere la partita. E che trasforma Totò in un eroe. Diventa quindi titolare dell’attacco italiano con Roberto Baggio e segna in tutte le successive gare giocate dagli azzurri, diventando il simbolo di quello storico mondiale.
Il passaggio all’Inter
Nelle stagioni successive Schillaci risulta sempre meno performante, forse anche a causa della separazione dalla prima moglie Rita Bonaccorso. A incidere sulla sua reputazione è poi la lite in campo con l’avversario del Bologna Fabio Poli, che minaccia “Ti faccio sparare”.
L’arrivo nella sua squadra di Gianluca Vialli sancisce la sua definitiva marginalizzazione. Così, nella stagione 1992-1993 entra per 8,5 miliardi di lire nell’Inter, un passaggio accolto con entusiasmo da Totò. Che diventa poi anche il primo calciatore italiano a militare nel campionato giapponese. Nell’aprile del 1994 entra infatti nelle file dello Júbilo Iwata.
La televisione
Nel 2004 Schillaci partecipa al reality “L’isola dei famosi” e nel 2008 prende parte al film “Amori bugie e calcetto” insieme ad altri ex calciatori. Nel 2011 interpreta il ruolo di un boss mafioso in una puntata di “Squadra antimafia – Palermo oggi”. L’anno dopo fa un cameo in un episodio della serie “Benvenuti a tavola – Nord vs Sud”.
Gli omaggi al calciatore
L’amministrazione comunale di Palermo ha voluto mettere a disposizione lo Stadio Barbera per l’allestimento della camera ardente.
Il Palermo calcio è tra i primi club a stringersi alla famiglia di Salvatore Schillaci: “Totò ha scritto con i suoi gol pagine indelebili della storia del calcio”, ha detto la squadra della città natale, con cui Schillaci non giocò mai ma di cui era tifoso. Anche Milan e Inter hanno ricordato “con orgoglio” l’ex giocatore. Il messaggio di Roberto Baggio: “Ciao mio caro amico, anche stavolta hai voluto sorprendermi. Rimarranno per sempre impresse nel mio cuore le notti magiche di Italia 90 vissute insieme”.
Anche il mondo della politica ricorda il calciatore: tra gli altri lo salutano Giorgia Meloni, Antonio Tajani, Giuseppe Conte, Matteo Renzi. Tanti post e omaggi, un unico messaggio: ci hai fatto sognare.