BEIRUT – Un attacco mirato senza precedenti. Sono le 15.30 – ora italiana – del 17 settembre. Migliaia di cercapersone in dotazione agli esponenti del partito in Libano e Siria esplodono simultaneamente. Il bilancio è grave. Decine le vittime – tra cui due bambine – e oltre 4 mila feriti con 500 miliziani che hanno perso la vista tra cui l’ambasciatore iraniano a Beirut Mojtaba Amani.
Le accuse di Hezbollah: “Il Mossad è responsabile”
I miliziani del gruppo sciita puntano il dito contro Israele e annunciano “una dura resa dei conti per il massacro”, oltre a garantire il “continuo sostegno a Gaza”. La conferma arriva anche dal New York Times, si tratta di un’operazione congiunta del Mossad e dell’esercito israeliano. L’esplosivo sarebbe stato posizionato vicino alla batteria dei pager – un tipo di cercapersone in dotazione a Hezbollah – insieme a un interruttore e attivato tramite un sms. Cercapersone che il leader del gruppo sciita aveva acquistato dall’azienda di Taiwan Gold Apollo. La manomissione sarebbe avvenuta durante il viaggio che ha portato gli apparecchi da Taiwan alla capitale del Libano. Intanto è atteso per domani, 19 settembre, un discorso del leader di Hezbollah Nasrallah.
Anche l’Iran prende posizione: “Da parte di Israele un attacco terroristico”
L’Iran ha condannato fermamente l’attacco. Il governo di Teheran lo ha ha attribuito a Israele definendolo una “strage premeditata”. Il portavoce del ministro degli Esteri Nasser Kanani ha commentato duramente l’accaduto affermando che l’azione del Mossad è “un esempio di omicidio di massa” e “un atto terroristico” da parte del “regime sionista”. L’Iran ha sottolineato come questo rappresenti una grave violazione del diritto internazionale e quindi, di conseguenza, “merita un procedimento penale, un processo e una punizione a livello internazionale”. Teheran ha quindi fatto appello alla comunità internazionale affinché intervenga per fermare quella che considera l’impunità di Israele. Intanto, a seguito dell’attacco di ieri, l’Idf ha spostato le truppe dal sud della Striscia di Gaza verso Nord
Il Cremlino chiede un’inchiesta internazionale
Condanna anche da parte del Cremlino che ha definito le esplosioni dei cercapersone parte di una “guerra ibrida”. Mosca ha avvertito che queste azioni potrebbero avere “conseguenze estremamente negative” nel già delicato contesto delle tensioni tra Libano e Israele. Inoltre la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, ha chiesto un’inchiesta internazionale sugli eventi. Il messaggio di Dmitry Peskov, portavoce del presidente russo, coincide con le preoccupazioni dei principali leader globali: le esplosioni potrebbero portare a una “escalation delle tensioni nella regione” e rischiando di scatenare una “situazione fuori controllo”.